Le migliori frasi di Luciano Spalletti, al terzo posto…

Luciano Spalletti, oltre che per essersi distinto come allenatore, si è fatto notare per il suo particolare personaggio. Personalità, saggezza, pochi peli sulla lingua… Sono alcuni degli aggettivi che possono descriverlo. Le sue dichiarazioni hanno spesso diviso. Per alcuni è un fenomeno della comunicazione, talvolta anche un meme. Per altri appare come una figura insopportabile. Però, è un dato di fatto che quel che pronuncia resta al centro dell’attenzione per giorni, mesi, anni. Il tecnico toscano si è distinto in questo suo aspetto anche nella sua avventura al Napoli. Sono venute fuori massime che, nel bene o nel male, resteranno scolpite. Ma quali di queste hanno rilasciato il maggior impatto?

Al terzo posto troviamo…

Domani piove, domani piove, va a finì che prima o poi piove.

Una delle massime del tecnico, proposta già in passato, prima di sedere sulla panchina del Napoli. In particolare, Spalletti si è riferito alle varie voci che girano intorno all’ambiente partenopeo. In questa annata, si è parlato della questione rinnovo di Insigne, del caso Lozano, ultimamente di Mertens e non solo. L’allenatore, in tutte queste voci, ha visto un tentativo di destabilizzare l’ambiente, e ha cercato di allontanarle per stringere a sé il gruppo.

Nel corso di una stagione, è normale che vengano fuori alcune voci a proposito di situazioni di singoli giocatori o del gruppo. Tuttavia, la fuoriuscita delle stesse, può portare delle difficoltà all’interessato. Giocare continuamente per dimostrare che si tratta di fuffa o rimanere schiacciati, queste sono le vie principali. I calciatori sono esseri umani, e come tutti noi provano emozioni. In particolare, situazioni del genere possono condizionare il loro rendimento in campo, portare a possibili disguidi con altre figure dello spogliatoio, e così via.

Luciano Spalletti, tecnico esperto, ha ben presente quali possono essere i rischi per alcuni giocatori. Il suo, oltre a essere un invito a tenere lontane certe voci dall’ambiente, è un intento atto a proteggere il gruppo. Da vero leader, cerca di assorbire l’energia negativa e di costruire un luogo sereno per chi lo vive ogni giorno, a differenza di chi lo vede solamente da fuori. Ad esempio, ai tempi dell’Inter, difese Andrea Ranocchia da parole poco carine che gli rivolse un tifoso.

Uno spogliatoio non può essere capito dall’esterno, perché all’interno vi sono dinamiche invisibili. Motivo per cui, non si è a conoscenza di quale sia l’impatto della negatività che ruota al di fuori e che viene percepita da chi ne fa parte. Provate a immedesimarvi in un calciatore costretto ogni giorno a dover dare dimostrazioni e a respingere quel che gli viene detto di continuo. Non è un compito facile, non tutti ci riescono. In pochi hanno la forza mentale per poter rispondere a ogni singolo colpo. Dunque, è importante che un allenatore sappia trasmettere la giusta serenità, e nel caso respingere ciò che può essere nocivo per un calciatore.

Spalletti, in questa occasione, si è opposto a quel che poteva portare problemi. Per giunta, in un periodo in cui “tutto andava bene” (la vigilia di Napoli-Torino, ndr). Ora che le cose non sono più come allora, è ancora più importante che il gruppo non subisca ulteriori scossoni. Ma un allenatore non può arrivare a contrastare ogni cosa. Il resto va fatto da chi si trova fuori dal gruppo. Certe voci e certi termini possono essere evitati, così come certi commenti. Altrimenti verrà fuori un caos che non farà del bene a nessuno.

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