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Amir Rrhamani, sempre più leader

A scommettere su di lui un anno fa, probabilmente, sarebbero stati in pochi, forse nemmeno lui. Amir Rrhamani è indubbiamente la vera sorpresa di questo 2021. Tutti ricorderanno il suo esordio in maglia azzurra avvenuto solo a gennaio dopo diversi mesi di panchina e una voglia scalpitante di scendere sul prato verde con la maglia azzurra.

Il peso però della camiseta del Napoli si fa sentire, soprattutto quando si è abituati altri palcoscenici ed ad altre pressioni. Quello di Udine per lui sarà un campo dal sapore speciale: negativo se si pensa a gennaio, quando a causa sua gli azzurri subirono gol e non riuscì a riprendersi tanto che Gattuso lo tolse immediatamente nel secondo tempo, onde evitargli un crollo definitivo, positivo a settembre suggellando, fra l’altro, il secondo gol della serata.

Il rapporto con l’ex Milan non è mai decollato, tanto che giocherà solo scampoli di gara da quel momento in poi sino a maggio, in cui contro la “fatal” Verona, sua ex squadra fra l’altro, segnò un gol che fino al pareggio di Faraoni avrebbe significato Champions per il Napoli. Complice la delusione di Manolas, fra infortuni ed errori che gli sono costati la panchina, il feeling con Koulibaly e l’arrivo di Spalletti, questa stagione ha visto Amir Rrhamani consacrarsi, diventare grande. Due gol in campionato e una certezza difensiva che, finanche con Juan Jesus, è sembrata esserci, ad esempio nella sfida contro il Milan in cui ha annichilito insieme al compagno un certo Ibrahimovic.

Certo che sembra passata una vita dall’emozione con cui inizialmente era sceso in campo, non facile neppure l’adattamento in una difesa a quattro visto che con Juric, in gialloblù, era abituato alla linea a tre. Chi ha voglia di crescere, però, sa trovare la strada giusta: impegno, umiltà e dedizione sono gli ingredienti magici per convincere tutti di essere in grado di giocare per una grande squadra. Un leader che ha dovuto sostituire il “comandante” senegalese.

Una responsabilità enorme che, però, sta mantenendo nonostante le grandi difficoltà fra infortuni e risultati non sempre positivi. Se c’è una certezza, oggi, quella porta il suo nome.

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