Le migliori frasi di Luciano Spalletti, al quarto posto…

Luciano Spalletti, oltre che per essersi distinto come allenatore, si è fatto notare per il suo particolare personaggio. Personalità, saggezza, pochi peli sulla lingua… Sono alcuni degli aggettivi che possono descriverlo. Le sue dichiarazioni hanno spesso diviso. Per alcuni è un fenomeno della comunicazione, talvolta anche un meme. Per altri appare come una figura insopportabile. Però, è un dato di fatto che quel che pronuncia resta al centro dell’attenzione per giorni, mesi, anni. Il tecnico toscano si è distinto in questo suo aspetto anche nella sua avventura al Napoli. Sono venute fuori massime che, nel bene o nel male, resteranno scolpite. Ma quali di queste hanno rilasciato il maggior impatto?

Al quarto posto troviamo…

Siamo il mezzo per raggiungere la nostra felicità.

È la vigilia di Napoli-Atalanta, una delle partite più difficili della stagione. Gli azzurri, viste le numerose assenze, saranno costretti a schierare una formazione molto rimaneggiata. Motivo per cui, l’impresa appare molto ardua. Luciano Spalletti, durante la conferenza stampa del giorno prima, se ne esce in questo modo. Nella maniera più forte e impattante possibile, come a dire che, nonostante gli indisponibili, ogni discorso dipende solamente da chi scende in campo. A vincere poi saranno gli orobici, ma i partenopei giocheranno alla grandissima, passando anche in vantaggio e rimanendo in gara fino all’ultimo istante.

Questo concetto, se sviluppato nella maniera giusta, è segno di una mentalità da grande squadra. È il Napoli l’unico artefice del proprio destino, non il rendimento di altre squadre, decisioni arbitrali o fortuna avversa. Tutto dipende da ciò che riesci a dare sul rettangolo verde, solo questo. È così che si possono raggiungere i migliori risultati.

Nella sua avventura all’ombra del Vesuvio, Spalletti ha pronunciato un’altra frase che si riallaccia a questa: “lamentarsi è da sfigati”. Ebbene sì, per un atleta non c’è tempo per lamentarsi o cercare delle scuse e così sfuggire dalle proprie responsabilità. Alla lunga, le lamentele, in un ambiente come quello di uno spogliatoio, possono portare instabilità. Ad esempio, un gruppo squadra fissato sui risultati delle avversarie anche quando non necessario, focalizzato sulle varie decisioni arbitrali o sulla sorte, rischia di subire crolli improvvisi. Sapere che la propria diretta concorrente è in vantaggio, potrebbe portare sfiducia mentre si disputa la propria partita. Stessa cosa per eventuali decisioni arbitrali discutibili o eventi sfortunati.

Questo Spalletti lo sa bene, motivo per cui in un momento così delicato, non ha parlato di assenze, concentrandosi su chi è disponibile. Fare il contrario avrebbe portato solamente risvolti negativi, generando insicurezza e timore. Oltre che una certa sfiducia verso le seconde linee che, vista la lunghezza della stagione, avrebbero ricoperto un certo peso a prescindere dai vari momenti. Cosa ne è risultato? La partita successiva a questa, ovvero quella disputata contro il Leicester, decisiva per continuare la propria avventura in Europa League, è stata decisa da Adam Ounas ed Eljif Elmas. Il primo non era sicuro di giocare con la maglietta del Napoli in questa stagione; il secondo, completamente trasformato da Spalletti, che ne sta facendo un suo pezzo forte.

Anche la vittoria con il Milan ha visto l’esaltarsi di Juan Jesus. Il difensore, arrivato come l’ultima alternativa, ha risposto presente disputando una grandissima partita. Anche in questo caso, c’è stato lo zampino di Elmas. In più, nella stagione, si è affermato uno come Amir Rrahmani, che non partiva con i gradi del titolare. Il kosovaro si è preso il posto e lo sta facendo non da spaesato, ma da ottimo difensore. Ha sorpreso in positivo Mario Rui, un calciatore spesso nell’occhio del ciclone. I compiti che gli assegna l’allenatore, come quello di aiutare nel possesso, gli si addicono benissimo. Senza dimenticare Fabian Ruiz, dato per tutti come un partente in estate. Spalletti lo ha reso un regista a tutti gli effetti, forse svoltandogli la carriera.

Tutto questo, in un contesto dove le seconde linee non contano o si fa affidamento ad una singola traccia, creando scuse per ogni mancanza, non sarebbe avvenuto. Questi calciatori non avrebbero avuto la loro possibilità. Sarebbero scesi in campo sfiduciati, impauriti, senza sapere cosa fare. Un lavoro del genere fa parte dell’idea del non lamentarsi mai, di lavorare con le risorse a disposizione e di non rifugiarsi in alibi. Solo il Napoli può costruirsi e raggiungere la sua felicità. È un concetto sul quale Spalletti sta insistendo, e che alla lunga, specie in situazioni non semplici, può risultare decisivo.

Articolo precedenteMN Awards – Il miglior difensore del 2021 è…
Articolo successivoIl punto sul Napoli Femminile