La crescita di Piotr Zielinski

La descrizione esatta, con poche semplici parole, di Piotr Zielinski la offrì mister Maurizio Sarri in un una conferenza stampa: “E’ un talento assoluto dal punto di vista tecnico, ha grandi doti fisiche, se cresce a livello di personalità può decidere lui dove giocare in futuro, potrebbe farlo in qualsiasi zona del campo”: pensieri agro-dolci che meglio racchiudono l’insieme dell’uomo-calciatore.

Partendo dal lato tecnico, sul centrocampista polacco nessuno può obiettare che il suo sia un talento innato, quell’intelligenza e delicatezza di piedi che o ce l’hai o non ce l’hai, ma che spesso, tuttavia, non bastano per diventare un campione. 27 anni e una carriera che è stata costruita tendenzialmente intorno al Napoli, suo trampolino di lancio ma anche suo punto di arrivo considerando che ha rinnovato il contratto con gli azzurri solo un anno fa fino al 2024 (ipoteticamente fino ai 30 anni) con la presenza di una clausola monstre di ben 100.000.000 di Euro per blindarlo. La sua ambizione non si è mai palesata in modo arrogante né ha mai messo pressioni per poter andar via. Segno che nella sua comfort zone Zielinski ci sta bene, non ha mai avuto grandi aspettative né, per fortuna del Napoli, desiderio di chiedere cifre folli per la sua permanenza.

Un gioiellino che con il tempo ha dimostrato di essere fondamentale per gli allenatori, i quali non hanno mai fatto a meno di lui: un ping-pong di posizioni passando da trequartista a mezzala nell’Udinese a mezzala a trequartista, nuovamente, con la maglia azzurra. La sua duttilità e le sue doti gli hanno permesso di poter spaziare facilmente in quella fetta di centrocampo, risultando talvolta decisivo. Non ha iniziato benissimo questa stagione, complici anche i fastidi di un infortunio muscolare, se si pensa che fino ad inizio novembre non era riuscito mai a dribblare, una caratteristica peculiare che è tornata insieme ai suoi gol, spesso, come abbiamo detto, importantissimi. Dalla sfida di Salerno in poi è riuscito a tornare ai suoi soliti livelli, anzi forse una crescita finanche più palese: sei gol e cinque assist. Un bottino davvero niente male per chi ha avuto diverse difficoltà iniziali. Non diventerà probabilmente mai un giocatore da top club, pur avendone tutte le caratteristiche per brillare di luce propria nei migliori palcoscenici calcistici, ma nel Napoli è “Zielinski e altri 10”.

Un patrimonio da tenersi stretto, per il presente e per il futuro, ricordandosi sempre che un calciatore del genere, seppur con il difetto di una personalità che a volte tende a farlo uscire dai riflettori, è una grande manna, lo ha capito De Laurentiis che non ha mai ceduto alle sirene estere, lo sa Zielinski che quando vuole, sa di fare la differenza.

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