Il quotidiano La Gazzetta nello Sport, nell’edizione odierna, parla della sfida tra Milan e Napoli dal punto di vista tecnico e tattico e come agiranno gli interpreti delle due squadre:
“Dimmi che centravanti hai e ti dirò come fai girare palla. Pioli e Spalletti partono da un 4-2-3-1 in cui la differenza ovviamente la fanno gli interpreti. Perché quando hai un terminale di gioco come Ibrahimovic è chiaro che tu il pallone devi farlo arrivare in area e poi ci pensa lui, come ha fatto anche a Udine. Senza Osimhen invece il Napoli deve cercare soluzioni diverse ed ecco che con Mertens a Spalletti piace il 4-2-3-0. Nel senso che il centravanti lì davanti non lo trovi perché cerca spazi e movimenti diversi in velocità, per le triangolazioni con Insigne e Lozano, o Politano. Un modo per non dare riferimenti e far girare la sfera come in un flipper, avanti indietro. Per farlo però dipenderà anche dai centrocampisti a disposizione. Se ci sarà Zielinski, e anche Lobotka, la qualità salirebbe. Il Milan invece spera di ritrovare le giocate di Theo Hernandez, proprio nella sfida vinta al San Paolo contro il Napoli nella scorsa stagione fece la differenza. La sua potenza, la capacità di entrare dentro al campo e di proporre la triangolazione al trequartista (Brahim Diaz?) è una delle armi che Pioli vuole rispolverare per attaccare una difesa che non appare impenetrabile come a inizio stagione. Ma come nel Napoli anche per il Milan molto dipenderà da Tonali e Kessie e dalla loro capacità di far girare la palla veloce. Sarà in mezzo la sfida più interessante e oltre alla qualità prevarrà il dinamismo e la capacità di recuperare alto il pallone”.
