Nel male e nel bene

“Sempre uniti nel male e nel bene, naufragati in un mare di beghe”

Un Napoli unito, nel male e nel bene. Per citare Emis Killa possiamo dire che questo Napoli contro il Leicester ha dimostrato di poter essere ancora unito, nonostante le avversità, nonostante tutto o quasi stesse andando storto, nonostante quelle ‘beghe’ come sopracitato, stavano rischiando di far iniziare nel peggiore dei modi l’avventura europea del Napoli. Spalletti però lo sapeva che non sarebbe stata una partita facile, fra le righe leggeva il pericolo ed è stato bravo ad interpretare – come solo un buon allenatore sa fare – il momento in cui fare il pit-stop, un cambio ruote veloce alla vettura che con i copertoni consumati fa fatica a sgasare, e dopo il cambio via verso il traguardo. Forse la monoposto del Napoli non sarà arrivata prima, ma almeno è arrivata al traguardo con orgoglio e dignità.

“Essere belli fuori e mentre dentro muori, non siamo attori”

Questo non è un Napoli di attori, non è finto e se per questo neanche bello da vedere. Qui non siamo a teatro, forse qualcuno dopo solo 4 partite ufficiali si aspetta un Napoli bello, vincente e dominante. Questo Napoli è tutt’altro. Una squadra che arriva da 2 stagioni distruttive, nel mezzo mettiamoci anche un lockdown devastante per tutti e una voglia di volersi riscattare altissima. A dire il vero sembra questo Napoli debba combattere con un demone interiore, un demone che ancora non è fuoriuscito, e Spalletti lo ha capito. A tratti si rivedono quelli che erano i principi del ‘Gattusismo’, come la palla all’indietro o l’asfissiante possesso che non porta alla conclusione. Spalletti però non si perde d’animo, cerca sempre di spronare i suoi, quasi come se volesse strapparglielo quel demone, vorrebbe avere la chiave per sciogliere Insigne e compagni dalle catene. Per un attimo però ci riesce, quando mette in campo prima Elmas e Politano e poi Ounas, forse sono loro l’antidoto che può sciogliere l’incantesimo.

In 20 minuti due occasioni lampo, a trasformarle sempre lui, Victor, o come ci piace chiamarlo affettuosamente Vittorio. Vittorio straripa come un fiume in piena, non lo contieni, se il pallone giusto arriva lui lo trasforma in gol, e che gol, alla faccia di chi lo chiamava scarso o poco tecnico. In questo Napoli però dentro non cresce solo un demone, ma anche un fuoco. Arde forte e si sente quando il pallone rotola, ogni azione sembra quella giusta, di fatto Spalletti non avrà ancora portata la sua filosofia di gioco, ma pian piano la sta iniettando, sta alimentando quel fuoco con calma come sa fare lui, con i suoi tempi.

Fuochi e demoni a parte però, questo Napoli ha davvero qualcosa di speciale. Nonostante una partita di disastri sotto certi punti di vista, il finale sembra quello delle favole. Si ok è un punto, un punto che però è molto pesante, non dimentichiamoci che in campo c’era il Leicester, e in più non è da sottovalutare il fatto che gli uomini di Rodgers nelle gambe hanno una partita in più, e con i ritmi della Premier sembrano addirittura due.

In campo il divario sembra davvero così alto, complici soprattutto le prestazioni sotto tono di Malcuit e Di Lorenzo, che lasciavano buchi sulle fasce che subito diventano facile prede degli esterni delle Foxes. A centrocampo Anguissa non è quello dell’esordio, si inizia a sentire il peso della piazza, e sono solo due gare. In attacco Lozano non è in partita e Zielinski non ha ancora trovato la forma. Insomma Spalletti deve rivedere un po’ l’assetto perchè qui, si fa ancora fatica.

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