Una direzione giusta

“Piove ma qualche cosa farò, per sentire ancora tutto il calore che ora non ho”

Piove, anzi no, a Genova c’è il sereno, e i tifosi cantano. Lo spicchio di curva riservato ai supporter del Napoli è una bolgia, e d’altronde come dargli torto, una vittoria in extremis che porta le stimmate della gara con il Venezia. Si, perchè l’assenza di un centroavanti di riferimento poteva diventare una tragedia, ma spinge ancora di più Insigne ad essere leader, a prendere la squadra per mano così come fatto con il Venezia in casa. Tuttavia quando il centroavanti fa il suo ingresso la musica cambia, e tutto il calore viene fuori interrompendo il silenzio timoroso che si trasforma in cori. Stimmate profonde che chiaramente segnano i ragazzi in campo, che hanno conosciuto in questo inizio di campionato due sentimenti apparentemente opposti ma che in realtà per gli azzurri sono diventati consequenziali, quasi come uno spartito da seguire. Così come con il Venezia anche con il Genoa l’inizio sembra incoraggiante, il ritmo c’è ed è anche in crescendo alternando momenti di sofferenza, ma in campo si gioca, poi questo ritmo viene spezzato e si torna – inevitabilmente – a soffrire, per chiudere però in bellezza fra il calore dei tifosi.

Soffri proprio lì, con la mano sopra al cuore”

Due partite, due vittorie. Un bilancio più che positivo al termine del primo mini ciclo di Spalletti, che alla sosta arriva con un bottino pieno e tanto entusiasmo, ma sicuramente anche tanti appunti da riportare sul campo. Al ‘Konami training center’ per le prossime due settimane Spalletti potrà lavorare, lavorare, lavorare e rimettere in condizione questa rosa, che chiaramente non è sembrata proprio al 100% in queste prime giornate. Il Napoli fa ancora fatica ad esprimere tutto il suo potenziale, un potenziale inespresso, sì, ma sicuramente già accennato. Una macchina da collaudare al meglio in vista della Juventus, del prossimo 12 settembre.

I bianconeri arrivano con 1 punto in due giornate, con l’assente Ronaldo volato a Manchester direzione United, ma tanta voglia di rifarsi dopo la sconfitta in casa contro l’Empoli. Spalletti dovrà lavorare sui movimenti, sulla tecnica su qualche schema – anche se qualcosa sul gol di Petagna già si è visto – ma su una cosa forse non dovrà mettere mano, sullo spirito di questa squadra. Si, lui lo ha già instillato nei ritiri, questo spirito da combattenti, che in alcuni più di altri è innato forse anche troppo. Il Napoli soffre, si, ma con la mano sul cuore e i pensieri rivolti ai tifosi e ovviamente ai tre punti, fondamentali.

“Credo nel cielo perché è vero che qualcosa è in me”

Forse c’era qualcosa di magico in quel cielo, no, non quello delle ‘notti magiche’ ma quello di Marassi impreziosito dall’urlo di gioia di Andrea Petagna. Ad ora non sappiamo se lo farà ancora con quella maglia o quella di qualche altra strada, ma ieri sera qualcosa di veramente magico è successo. Sembrava non dovesse entrare, poi Spalletti lo richiama gli chiede di scaldarsi e lui si fa trovare pronto, entra e in meno di 10 minuti mette a segno il gol decisivo, salvando ancora le sorti del Napoli.

Lui credeva veramente che un fuoco era in lui pronto a divampare, e per sua stessa ammissione era così. Ai microfoni di DAZN a fine gara, emozionato come non mai, sapeva che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta, ma lui continua a parlare da calciatore del Napoli, lo fa guardando al futuro, augurando il meglio al Napoli e a se stesso con quella maglia. I compagni vogliono il ‘Bulldozer’, lo incitano e lo caricano, specialmente Ospina e Fabian, i migliori amici, che gli danno una pacca e poi dopo il gol corrono ad abbracciarlo. Un gol che arriva su schema da calcio piazzato, a batterlo è Mario Rui e il più livero è proprio lui, uno schema già provato a Castel di Sangro e replicato a regola d’arte in partita, l’asso nella manica di Mister Spalletti.

“Una direzione giusta”

Il Napoli sembra quindi andare nella direzione giusta. Un gol per tempo, uno subito, la reazione c’è, il gioco anche ma manca ancora qualcosa. Questo Napoli non è ancora padrone della partita. Due scivoloni in poco tempo, e il controllo per almeno 20 minuti sembra perso, poi Spalletti fa un paio di cambi. Prima Ounas e poi Petagna, il primo spiana la strada al secondo e il Napoli riguadagna campo e profondità, ritorna aggressivo. Il gol di Fabian Ruiz nel primo tempo aveva illuso il Napoli, ma nel secondo tempo il Genoa era partito meglio, anzi era partito, ma è stata la rapida la reazione e alla fine è tutta da vivere. Un colpo di testa che spiazza Sirigu, un muro sin lì, che aveva fatto una serie di miracoli prima su Insigne poi su Lozano. Ma alla fine possiamo dire che il Napoli ha trovato la direzione giusta.

“Che si fa a ‘sto punto? Quando arrivi in fondo, quando gira il mondo resti tu e sei vuoto”

Ora però è tempo di voltare pagina. Mancano meno di 48 ore alla fine del mercato, intanto è arrivato Anguissa si attende solo l’ufficialità. Il Napoli ha chiuso per il centrocampista di Spalletti, si attende la risoluzione del caso Petagna e chissà che gli azzurri non tentino un ultimo affondo finale – quasi impossibile – per un terzino. In settimana riprendono gli allenamenti, senza i nazionali ma con tanta voglia di arrivare al meglio contro la Juve, eliminando quel vuoto di 20 minuti contro il Genoa e di riempirlo con tante idee, quelle di Luciano Spalletti che sul calendario ha già segnato il prossimo impegno.

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