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Obiettivo Champions League Vol. 2 – Roma

Non è stata un’estate come le altre per l’ambiente giallorosso. Anzi, non era neanche ancora estate quel lontano ma ancora così vivo 4 maggio scorso, quando tutto d’un tratto – a campionato ancora in corso – la Roma annunciò che José Mourinho sarebbe stato il nuovo allenatore per la stagione successiva.

Primo impatto sull’ambiente

La squadra – all’epoca – di Fonseca arrivava da 4 giornate senza vittorie (pareggio con l’Atalanta e sconfitte con Torino, Cagliari e Sampdoria) e la situazione non era di certo delle migliori. Questo fulmine a ciel sereno ribaltò completamente la situazione: Josè Mourinho tornerà in Italia! Sembrava – e sembra ancora – surreale.

La Roma poi finirà il campionato centrando la qualificazione alla prima edizione della UEFA Conference League. In molti quasi pensavano che potesse essere un fastidio per Mourinho quest’ulteriore competizione e che forse la Roma – paradossalmente – avrebbe fatto più bella figura non qualificandosi a nessuna coppa europea, permettendo al tecnico portoghese di concentrarsi solo sul campionato, provando a vincerlo da subito. Invece, ciò che Mourinho e la società hanno messo subito in chiaro è proprio che la missione dello Special One sarà quella di riportare la Roma in alto, ma con pazienza. Si vuole vincere, ma programmando con calma, sapendo i propri limiti, cercando di lavorare su più fronti e non solo su ciò che si fa in campo. Anche dal miglioramento delle strutture, ad esempio, passa la crescita di un club. Tra Mourinho, la piazza e la società dei Friedkin c’è stata quindi subito una grande sintonia, nel rapporto umano e nelle intenzioni lavorative.

Cosa trova Mourinho al suo arrivo?

Mourinho arriva alla Roma con tanto, tantissimo entusiasmo da ogni punto di vista.

Come detto in precedenza, l’obiettivo è chiaro: vincere, ma con pazienza. Lo sanno anche i calciatori presenti nella rosa e i nuovi acquisti, che ad ogni intervista non fanno altro che ripetere: “Alla Roma per vincere con Mourinho”. A proposito di nuovi acquisti – e cessioni -, partiamo da loro.

Finora, i giallorossi hanno acquistato: Shomurodov, Rui Patricio e Vina.
Le cessioni, invece, sono state quelle di: Kluivert, Pau Lopez e Dzeko.

Nel 4-2-3-1 del portoghese trovano spazio alla perfezione i nuovi acquisti. Shomurodov, forse, ne troverà un po’ meno da quando arriverà il nuovo centravanti (probabilmente Tammy Abraham), anche se è stato tra i migliori di questa preseason. Con lui cambia un po’ il trend che la Roma ha avuto negli ultimi anni con Edin Dzeko: il bosniaco era solito fare anche tanto lavoro sporco, venendo fuori l’area di rigore essendo un 10 in un 9.
Il “Messi uzbeko” (cito solamente, per carità) è un tipo di attaccante diverso, che attacca molto la profondità e che fa dell’esplosività la sua arma principale. Deve cercare di mettere a segno qualche rete in più, ma a supporto ha una trequarti più che di qualità che nelle transizioni dovrà essere rapida nel raggiungere la porta avversaria. Andando alle spalle della punta, tra i titolari nella linea a 3 giallorossa dovrà trovare nuovamente spazio uno dei giocatori che, condizioni fisiche permettendo, dovrà incidere di più in tutto il campionato: Nicolò Zaniolo. Viene da due infortuni al crociato, non sarà semplice, ma da ciò che traspare nell’ultimo periodo il calciatore italiano sembra pronto per tornare in campo e giocarsi le sue carte. José Mourinho è chiamato anche a continuare a valorizzare Mkhitaryan, reduce da un’incredibile stagione.
Alle spalle della punta ci sarà Lorenzo Pellegrini e qui entra in gioco un fattore probabilmente più psicologico che tecnico, viste le qualità del capitano giallorosso: quella fascia al braccio pesa e negli anni Lorenzo Pellegrini ha sempre dimostrato di essere un grande calciatore (soprattutto se utilizzato come trequartista) con qualche problema di personalità. E chi meglio di Mourinho può far emergere il carattere di qualche calciatore?
Nella serie “All or nothing” prodotta da Amazon Prime, che ha seguito le vicende del Tottenham nella stagione 2019/20, c’è un’iconica scena in cui il tecnico portoghese, parlando alla sua squadra dopo una sconfitta, dice: “Abbiamo perso perché siamo troppo buoni”.

Nell’amichevole contro il Porto, è stata scatenata una mega rissa in campo, mentre Mourinho a bordo campo rideva. Contro il Betis, la Roma ha terminato il match con quattro espulsioni, tra cui proprio quelle di Pellegrini e Mourinho. La direzione intrapresa è chiara.

Altri punti cardine della Roma saranno Veretout e Villar, una mediana che per caratteristiche è molto completa ma che, soprattutto per lo spagnolo, è chiamata a dare qualcosa in più, visto il mancato arrivo di Xhaka e le poche alternative. Proprio su questo la Roma dovrà stare attenta a non rimanere nelle situazioni di emergenza dello scorso anno che hanno costretto i giallorossi a poter convocare praticamente 11 membri della prima squadra contati, come se fosse una partita di calcetto il giovedì sera.

Tornando ai nuovi acquisti, sarà pesante l’eredità che Spinazzola lascia a Matías Viña, il 23enne arrivato dal Palmeiras. Investimento importante quello della Roma per lui – 13 milioni di euro – ma è stato fortemente voluto da José Mourinho, che sta scegliendo scrupolosamente ogni calciatore per la sua nuova Roma. Per caratteristiche, uno tra lui e Karsdorp dovrà cercare di sacrificarsi di più a livello difensivo, ma entrambi rappresenteranno un buon aiuto per le manovre offensive giallorosse, anche se di meno rispetto a come avveniva con Fonseca con il 3-4-2-1.

Ultima nota, non meno importante delle altre: seppur sia stato uno degli attaccanti più forti e più importanti che abbiano giocato in Serie A, giusto aver dato via in questo momento Edin Dzeko. Il calciatore spingeva da qualche anno per la cessione, non può dare più quello che dava fino a qualche anno fa ed era il momento perfetto per lasciare: ci guadagnano tutte le parti.

Il Napoli deve avere paura della Roma?

La Roma non spicca più del Napoli individualmente parlando. Come detto in precedenza, dovrà essere bravo Mourinho a far uscire il carattere di una squadra che ha sempre più sofferto l’avversario che dominato, negli ultimi anni.

Il Napoli parte da alcuni principi già collaudati con Gattuso e Spalletti, che del 4-2-3-1 ne è precursore, ne potrà fare un ottimo uso. Probabilmente gli azzurri partono con qualcosa in più rispetto ai giallorossi, e l’obiettivo Champions League è chiaro. Saranno quindi decisivi i primi mesi per capire se la Roma metterà subito il turbo per provare ad entrare nella top 4 o meno.

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