Cagni: “Gattuso? Ha fatto un lavoro eccezionale. Italiano-Napoli? Vi dico la mia”

Gigi Cagni, ex allenatore, fra le tante, di Sampdoria, Parma, Empoli, Spezia, ha parlato ai microfoni di 1 Station Radio.

“Lo Spezia è una sorpresa di questo campionato, come il Benevento, nonostante sia terzultimo. Conosco bene Italiano, quando lo avevo a Verona era già un allenatore in campo. Ha cambiato 7-8 giocatori dall’anno scorso ed è riuscito comunque in breve tempo a farli giocare bene e ad essere una bella squadra. Io esempio di Italiano? Penso abbia preso il meglio da tutti gli allenatori che ha avuto. Ha fatto come me, da calciatore, giocando nel 4-3-3, scelsi di riproporlo anche nella mia carriera di allenatore: con questo modulo si è più compatti in difesa e si spinge di più in attacco. Se Vincenzo è da Napoli? L’esperienza conta tantissimo, bisogna fare un passo alla volta, perché con dei passi doppi la caduta potrebbe essere più pesante, come nel caso di Pirlo alla Juventus”.

Perché Gattuso è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1? Ha scelto in base alle esigenze e alle qualità dei calciatori. Mi stupisco come possa essere in discussione dopo quello che ha fatto in un anno e mezzo, forse nessuno ricorda la situazione del Napoli prima del suo arrivo. Rino ha fatto un lavoro eccezionale, non è un ambiente facile, i tifosi sono molto appassionati e la pressione è alta. Forse l’unico errore è stato la sua comunicazione, dovrebbe avere più diplomazia. Il Napoli ha i mediani per il 4-2-3-1? Li ha, certo. Il problema che riscontro, non solo nella squadra azzurra, ma anche in altre, è il voler essere troppo belli. Dovrebbero imparare un po’ tutti da Antonio Conte, bisogna guardare più alla concretezza che alla bellezza. Il Napoli ha segnato più di 70 gol in campionato, significa che la squadra sotto porta è concreta, ma non dovrebbe prendere i gol che ha subito. Cosa avrei detto ad Hysaj sul gol del Cagliari? Avrei parlato con chi ha responsabilità, Koulibaly. Lui è il più forte difensore del mondo, dovrebbe rendere di più, e per questo ha più responsabilità di altri. Gli allenatori dovrebbero dialogare di più con i calciatori, perché, soprattutto quelli più giovani, danno per scontato che sappiano determinate cose, ma non è così. Bisognerebbe tornare a lavorare sui fondamentali in tutti i ruoli”.

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