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GDS – Le spese dei club di Serie A per gli agenti: i dati

Il conto è salato, ma non salatissimo. Nel 2020 le società di Serie A hanno speso 138 milioni di euro per le parcelle degli agenti sportivi. Invece nel 2019 il totale aveva toccato quota 187 milioni: vale a dire ben il 26 per cento in meno. I cosiddetti dati aggregati sono forniti dalla Federcalcio e sono un importante spicchio di trasparenza. Un aperitivo a cui presto dovrebbe seguire un elenco analitico sulle singole retribuzioni, con tanto di nomi e cognomi.

Un passaggio da tempo auspicato dalle stesse associazioni dei procuratori. Intanto nella graduatoria dell’ intero 2020 (che comprende la sessione invernale e quella estiva) la Juve resta al comando con un esborso di 20,8 milioni di euro. È tallonata dalla Roma con 19,2 milioni, mentre il Milan è a quota 14,3, con a ruota il Napoli a 12,1.

Tra le grandi l’Inter è riuscita a limitarsi: 9,1 milioni. In questa speciale graduatoria le neopromosse restano nelle virtuosissime retrovie: il Benevento con un milione, il Crotone 960mila euro, chiude lo Spezia con 870mila euro. La spesa media risulta di 6,9 milioni per club.

Nel complesso il calcio italiano continua a spendere tanto per le consulenze, anche se i recenti risparmi sono chiaramente legati alla crisi esplosa a causa del Covid. Con trasferimenti meno onerosi sono scese, in proporzione, anche le commissioni. E tutto lascia credere che il 2021 consegnerà un bilancio ancor più ridotto. Ma è la partita a lungo termine che conta. E sotto
questo profilo va ricordato che la Fifa non ha ancora varato la tanto attesa riforma del settore. La invocano tutti per
medicare le ferite dovute all’ infausta deregulation del 2015.


Nel frattempo la Figc ha licenziato il nuovo regolamento nazionale, armonizzandolo con quello del Coni. Due le
decisioni più significative: nessun tetto ai compensi e una liberalizzazione degli agenti che operano all’ estero. Si è
scelto di non indicare una percentuale massima nelle retribuzioni in attesa che la Fifa indichi il suo tetto: per ora,
dunque, tutto resta aperto.

E veniamo al capitolo dei procuratori esteri. La federazione si è adeguata a una direttiva dell’ Unione europea, così chi è iscritto in un Paese straniero può domiciliarsi presso un collega iscritto all’ albo
italiano. È il caso anche di Francesco Totti, che è in possesso di una licenza inglese.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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