Dammi un po’ di Mertens perché ho voglia di niente

All’Olimpico ritorna al gol Dries Mertens, è questa la notizia più bella insieme ai 3 punti che il Napoli conquista nel posticipo della 28esima giornata contro la Roma. Una vittoria che chiude un ciclo, amaro e con pochi punti, ma che da quella gara con la Juventus ha iniziato a prendere una piega diversa. Tuttavia è vero, nel mezzo c’è una sconfitta pesante con l’Atalanta e un pareggio evitabilissimo con il Sassuolo. Ma nonostante tutto ora è lì, a 53 punti e con una gara da recuperare dietro Atalanta e Juventus, quasi come se da queste due squadre alla fine dipendesse tutta una stagione. Una stagione che nonostante la felicità e la contentezza delle ultime settimane resta fallimentare, senza Coppa Italia nè Europa League, e che ripone tutte le sue speranze in un piazzamento Champions, tutto da conquistare, ancora ben saldo nelle mani di Gasperini.

Il primo tempo di Roma-Napoli si divide in 3 fasi. La prima si protrae per 20 minuti, le due squadre si studiano, non azzardano mosse avventate e provano timidamente a scalfire la difesa avversaria. Gli azzurri insistentemente si cimentano in cavalcate poi vane verso la porta di Pau Lopez, ma bravi i difensori giallorossi ad annientare le ripartenze. La seconda fase, quella decisiva, viene scandita fra il 25esimo e il 30esimo, cinque minuti di fuoco. Di fatti il Napoli capisce che quello è il momento per affondare il colpo, ed è proprio con il solito Zielinski che trova poi la situazione decisiva per il gol che apre le marcature. Il centrocampista, reinventato trequartista, cade al limite dell’area di rigore, Di Bello indica punizione a favore dei partenopei. Sul pallone Insigne e Mertens, ma quella posizione è del belga che colpisce a dovere il pallone ed è 1-0.


Un gol strepitoso che da il via alla terza fase del match. Gli azzurri non vogliono andare all’intervallo con un vantaggio di misura, e inizia la manovra finalizzata al gol. Solito cambio di gioco di Insigne che da destra verso sinistra trova Politano, il 21 fa la torre e trova dall’altra parte il solito Dries Mertens che a porta sguarnita incorna un pallone velenoso e fa secco Pau Lopez in ritardo. Il Napoli finalmente è bello da vedere con i suoi titolari.


Al termine della prima frazione la musica è leggera, anzi leggerissima e dateci un po’ di questo Mertens, perché non abbiamo bisogno più di niente. Nello spogliatoio si intravedono sorrisi ma anche qualche broncio, quello di Gattuso, che già immagina quello che a breve accadrà. Infatti nel secondo tempo a fare la partita, se pur senza segnare, è la Roma. Per lunghi tratti sono stati i giallorossi a gestire la seconda metà di gioco, un palo colpito dalla distanza da Pellegrini da fiducia ai giallorossi e le manovre offensive sono ben collaudate. In seguito uno strepitoso Koulibaly e uno straordinario Ospina rispondono presente e annullano le azioni più pericolose prodotte da Dzeko e compagni. Al termine la rabbia di Gattuso e i sorrisi dei suoi sono lo specchio della gara sofferta ma alla fine vinta, se pur con quel pizzico di sofferenza.

Sofferenza, cuore e appartenenza. A Roma si è visto di tutto, così come una settimana a Milano contro i rossoneri. Una vittoria che deve dare il via ad un tour de force di 10 partite tutte da vivere. Con le super sfide con Inter e Lazio al Maradona, anche se prima si passa da Crotone e Samp e poi nel finale arrivano Fiorentina e Verona. Intanto però analizzando la gara dell’Olimpico evidente la metamorfosi che il Napoli ha affrontato. Da un gioco statico, senza idee e né interpreti ad un gioco più dinamico, con il quale dalle pressioni si esce meglio e anche il gol su azione è lo specchio di questa velocità di pensiero prima che di gioco. Una vittoria che accorcia le distanze ma non le abolisce del tutto con le prime della classe (Atalanta e Juventus) e ora la corsa al treno della Champions si infuoca, con la Juventus che frena terribilmente con il Benevento e l’Atalanta e la Lazio che volano grazie alle vittorie con Verona e Udinese.

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