La vittoria di San Siro silenzia gli oratori anti-Gattuso

“Come se nulla fosse” – Sono ormai passate più di 48 ore dalla vittoria di domenica contro il Milan, ma c’è un inedito silenzio che alberga nell’ambiente Naples. Vincere a “San Siro”, nonostante l’assenza del pubblico, è sempre affascinante. Battere i secondi della classe non è mai scontato anzi. La storia delle assenze pesanti tra i rossoneri non regge, perché Gattuso potrebbe scrivere una epopea sugli infortuni che hanno penalizzato le sue scelte durante questa stagione. Insomma, tre punti che pesano come un macigno per la rincorsa al quarto posto, eppure il successo di domenica sembra già consegnato alla storia nell’indifferenza generale. Potrebbe essere anche giusto da un lato, non c’è tempo di crogiolarsi sugli allori, visto che gli impegni incombono e domenica c’è lo scontro diretto con la Roma. D’altro canto però, sulle sconfitte o sui pareggi del Napoli di quest’anno, c’è chi per settimane ha messo in scena una vera e propria caccia al colpevole. Legittimo criticare, se tutto ciò avesse avuto fini costruttivi. Ma ciò che è avvenuto in questi mesi intorno alla figura di Rino Gattuso è stato, come diremmo oggi, politicamente scorretto.

Ringhio, capro espiatorio” – Si parla di un allenatore che sicuramente avrà i suoi limiti e che senza dubbio avrà sbagliato nelle sue valutazioni durante questa stagione. Probabilmente, il continuo cambiamento dei moduli, durante la piena emergenza nei vari reparti, è stato il suo errore più grande. Ma al calabrese, non gli è stato perdonato nulla. Ogni passo falso degli azzurri, portava la sua firma a detta di molti. Si sono susseguite settimane di processi all’imputato di Corigliano. La sensazione è che in molti speravano in continui passi falsi, per poi dare vita alle orazioni settimanali.

Non appena poi, Gattuso ha svelato urbi et orbi, che il presidente si sarebbe messo in contatto con altri allenatori, è finito in pasto ai leoni definitivamente. Scelta comunicativa rivelatasi anch’essa errata. Sperava di spostare la luce di riflettori sulla presunta scorrettezza del patron, cercando il sostegno della tifoseria e invece chi più e chi meno, si è sbizzarrito sui cavalli di ritorno lanciati dalla stampa. Nel frattempo il Napoli sprofondava, ma questo a molti sembrava quasi fosse passato in secondo piano. L’importante è che Gattuso fosse esonerato. Il risultato probabilmente è stato ottenuto. Non ora, ma è quasi impossibile che le strade del Napoli e di Ringhio non si divideranno. In attesa però che si arrivi ai titoli di coda, il canovaccio sull’orbita 1926 è ormai chiaro. Le vittorie vengono sovrastate dal toto allenatore, le sconfitte invece sono ulteriori gravanti per processare in cassazione Gattuso. La vittoria contro il Milan è emblematica sotto questo punto di vista. Successo giustificato dal “Diavolo” rimaneggiato dagli infortuni, si sottolinea a malapena la prestazione compatta priva di sbavature dal reparto difensivo e Gattuso è esente da meriti. Anzi, se l’imprudenza di Bakayoko fosse stata punita col penalty la colpa sarebbe stata, ovviamente, del tecnico. Come se in panchina, ci fosse l’imbarazzo della scelta per sostituire Demme.

“Successo o fallimento corale” – Ci avviciniamo al termine di una annata più che tormentata. Visto che l’onestà intellettuale è un privilegio per pochi, è bene ricordare quali siano stati i giocatori fermati a causa del Covid-19 o dagli infortuni: Ospina, Koulibaly, Manolas, Maksimovic, Rrhamani, Ghoulam, Hysaj, Demme, Ruiz, Zielinski, Elmas, Insigne, Lozano, Mertens, Osimhen. E solo chi non mastica calcio o magari è spinto da interessi meramente personali, può pensare che così tanti infortuni non siano sufficienti per giustificare, almeno parzialmente, gli insuccessi della stagione. L’obiettivo dichiarato del quarto posto però, dura soli due punti con una partita in meno da recuperare. Se il Napoli riuscisse a garantirsi il pass per la Champions, Gattuso avrebbe fatto il suo dovere. E allora, le scuse da parte di coloro per una stagione intera hanno creato terra bruciata intorno al tecnico, facendo prima di tutto il male del Napoli, sarebbero d’obbligo.

E se per caso il quarto posto non arrivasse, sarebbe un fallimento generale, che non vedrebbe nessuno esente da colpe.

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