Spiragli tattici Vol.51: L’importanza di Mertens

Fonte foto: SSC Napoli

Il Napoli vince e convince – rispetto agli standard delle ultime uscite – nel derby campano. Vita resa facile anche dall’atteggiamento di attesa del Benevento, ma resta di buono ciò che si è visto negli azzurri: finalmente un po’ di organizzazione tattica, grazie anche a due ritorni in campo da sufficienza piena, quelli di Ghoulam e Mertens.

Quello di ieri è stato un Napoli in pieno controllo del match e finalmente organizzato. I calciatori sapevano cosa fare con il pallone tra i piedi, non c’era un possesso sterile ma veloce e funzionale, con gli interpreti spesso interscambiabili fra di loro in attacco e una partecipazione attiva delle mezzali, nel posto giusto al momento giusto.

Benevento rinunciatario: il Napoli ne approfitta

La prima frazione di gioco ha visto un Benevento completamente rinunciatario al possesso palla, ciò permetteva al Napoli di fare la partita, mantenendo un baricentro alto e arrivando facilmente in area di rigore. L’obiettivo dei sanniti era quello di bloccare le avanzate azzurre una volta arrivati negli ultimi 20 metri, un po’ come è successo con la Roma settimana scorsa, partita dalla quale gli uomini di Inzaghi hanno ricavato un punto, mantenendo anche la porta inviolata (ma non è sempre Pasqua).

Questo il baricentro delle due squadre nel primo tempo. Napoli veramente altissimo, con spesso se non sempre tutti gli uomini nella metà campo avversaria. Benevento molto basso, che provava poi a ripartire facendo affidamento sui contropiedi di Lapadula e Caprari, fermati senza grossi problemi da Rrahmani e Koulibaly.

Per poter penetrare la difesa giallorossa, il Napoli cercava di muovere velocemente la palla da sinistra a destra e viceversa: il Benevento faceva densità da un lato ma, difendendo con un 4-3-2-1, al momento di un cambio gioco degli azzurri si trovava poi in inferiorità numerica dall’altro lato. I lanci lunghi degli azzurri sono stati in totale 58, il solo Insigne – vero regista offensivo – ne ha tentati 14, mandandone a buon fine 11.

L’importanza degli interpreti: dai terzini a Mertens

Un altro motivo per il quale il Benevento aveva difficoltà a contenere questo tipo di giocate, era perché i terzini del Napoli hanno giocato una partita ottima dal punto di vista offensivo. Combinando sempre con Insigne da un lato a Politano dall’altro, un ritrovato Ghoulam e Di Lorenzo avevano sempre molto campo da attaccare per sovrapporsi in maniera pericolosa, dando un apporto offensivo che al Napoli mancava da parecchio tempo.

Le heatmap dei due terzini azzurri: entrambi, da come si può vedere, hanno avuto una posizione media abbastanza alta, dando sempre un contributo fondamentale alle azioni offensive degli azzurri.
Nell’azione che ha portato il Napoli avanti con la rete di Mertens, vediamo come Di Lorenzo sia andato a fare volume in area di rigore per favorire precedentemente una discesa di Politano. Il cross per il belga, infine, arriverà proprio dal terzino algerino, anche lui arrivato in area di rigore.

Altri due calciatori che hanno giocato un’ottima partita e che sono stati molto attivi nello sviluppo del gioco sono stati Zielinski e Fabian Ruiz. Se prima della partita si fosse pensato semplicemente al 4-2-3-1 iniziale, si sarebbe potuto dire che lo spagnolo avrebbe avuto dei compiti prettamente difensivi, formando una coppia solida davanti alla difesa assieme a Bakayoko. Invece, Fabian è stato il calciatore che ha corso più di tutti (12.144 km), ha toccato più palloni di tutti (87) ed è anche arrivato tre volte al tiro.

Andando ad analizzare la posizione media nel primo tempo di Fabian e Zielinski, vediamo come i due abbiano giocato molto vicini tra di loro, con Bakayoko che, accentrandosi, rimaneva più arretrato.

Un altro esempio della loro funzionalità in questo sistema di gioco, sta in un’azione che ha portato a una conclusione improvvisa di Mertens.

In quest’azione, vediamo una buona pressione di Mertens che forza il lancio del Benevento. Successivamente, il recupero di Bakayoko e la combinazione di prima tra Zielinski e Fabian Ruiz che, vicini tra loro, in soli due passaggi riescono poi a favorire il belga, che tenterà una conclusione difficile ma neanche troppo lontana dalla porta.

Infine, un giocatore che ha avuto un ruolo chiave – e lo ha dimostrato anche contro il Granada nonostante i pochi minuti giocati – è Dries Mertens: il belga, per caratteristiche, da al Napoli qualcosa che gli altri attaccanti non possono dare, il dinamismo. Con lui in campo le soluzioni offensive sono di più, il QI calcistico del Napoli si alza, e si vede. Un esempio della sua importanza, sta nell’azione del definitivo 2-0.

Insigne riceve palla e Mertens si sovrappone alle sue spalle, cosa che altri attaccanti – sempre per caratteristiche – non farebbero. In questo modo, il belga da la possibilità a Politano e Di Lorenzo di attaccare la porta – e torniamo al discorso dell’importanza dei terzini nel match di ieri -.
Conclusioni

L’atteggiamento del Benevento ha agevolato il Napoli, che soprattutto nella prima frazione di gioco ha avuto pieno controllo di ogni aspetto del match, ma ciò non toglie che la squadra vista ieri è diversa rispetto a quella delle ultime uscite: c’era consapevolezza nei propri mezzi e organizzazione tattica, elementi imprescindibili che però sono mancati troppo al grigio Napoli delle ultime settimane.

Qualche ingenuità, su tutte quella di Koulibaly che si fa espellere senza motivo, ma una buona prestazione che porta il Napoli ai tre punti, mai così importanti visti gli stop di Lazio, Juventus e Roma. La “prova del nove” sarà nel turno infrasettimanale contro il Sassuolo, squadra che sicuramente non interpreterà i 90 minuti come gli uomini di Inzaghi e che metterà in difficoltà il Napoli. I segnali di ripresa degli azzurri, però, possono fare solo bene a Gattuso.

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