Deloitte – Con poche semplificazioni in Italia indotto da 25 miliardi grazie agli stadi, ma il Governo continua a trattare lo Sport come un tema di Serie B: si muovono i vertici di CONI, FIGC e Lega

L’Europa avanza, l’Italia continua a rallentare. Soprattutto sulla questione stadi. Se da un lato si vive un un periodo di profonda crisi per i club a causa dei mancati introiti da stadio, l’arretratezza delle infrastrutture sportive del nostro paese renderanno ancor più dura la ripresa. E’ di questa mattina la notizia che i Presidenti di CONI, FIGC e Lega Serie A hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai Ministri Roberto Gualtieri (Ministro dell’economia e delle finanze), Vincezo Spadafora (Ministro per le politiche giovanili e lo sport) e Dario Franceschini (Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo) nella quale venivano sottolineati i dati emersi dal Rapporto Monitor Deloitte, che suggerisce le azioni fondamentali per avviare il rinnovamento degli stadi in Italia.

E’ importante sottolineare che tale rapporto non richiede alcun investimento di fondi pubblici da destinare, bensì serve solo a ridurre le barriere burocratiche che bloccano gli investitori privati.

“I tempi medi per ottenere l’autorizzazione ad erigere un nuovo impianto in Italia variano tra gli 8-10 anni, dato sensibilmente superiore rispetto al benchmark europeo che si attesta a 2-3 anni“ si legge sul Rapporto, con la nuova generazione di stadi porterebbe vantaggi immediati in termini occupazionali, una riqualificazione delle aree urbane interessate, nuove fonti di ricavo, entrate fiscali extra per lo Stato, un aumento della sicurezza con conseguente diminuzione degli episodi di violenza e una generale ricaduta positiva di immagine per lo sport italiano…”.

Sembra basti davvero pochi passi a generare nel medio periodo un indotto per 25 miliardi, ma il Governo continua a trattare il mondo dello sport come un aspetto di serie B:Il DL Semplificazione è intervenuto per agevolare la ristrutturazione degli impianti sportivi, ma permane un iter autorizzativo complesso e con troppi Enti Pubblici coinvolti, che rendono di fatto impossibile avviare i necessari processi di ammodernamento o costruzione di stadi di nuova generazione, scrivono i vertici del mondo del calcio nella lettera inviata al Governo, con la richiesta dell’apertura di un tavolo di lavoro dedicato e un’azione concreta e immediata per far ripartire il nostro sistema senza perdere altro tempo. 

In particolare, si ritiene necessario attivare tempestivamente un confronto con il Governo per:

  • Rridurre il numero di autorità competenti coinvolte nel processo autorizzativo, attualmente 6, allineandoci alle best practice di mercato (e.g. Germania, dove vengono coinvolte 1/2 autorità a seconda dei casi);
  • Romprimere il numero di fasi previste dall’ iter autorizzativo, attualmente 7, avvicinandoci alle best practice europee (e.g. Germania, 2 fasi) o alla media europea (5 fasi);
  • Rimuovere i vincoli legislativi relativi alla destinazione d’uso delle strutture, in particolare per quanto riguarda il divieto ex-ante di prevedere opere residenziali (limite presente esclusivamente in Italia).
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