Spiragli tattici Vol.37: Il fine giustifica i mezzi?

Fonte foto: SSC Napoli

Nel girone più complicato dell’Europa League, il Napoli passa il turno e accede ai sedicesimi di finale come testa di serie, chiudendo al primo posto. Potrebbe bastare questa frase per analizzare la partita di ieri o, in generale, il cammino del Napoli in Europa fino a questo momento, perché dopo aver provato a imporre il suo gioco durante il primo match contro l’AZ Alkmaar perdendo 0-1, il Napoli si è poi sempre adattato agli avversari, ottenendo solo risultati utili.

Ieri era importante fare almeno un punto per qualificarsi e fino a pochi secondi dalla fine il Napoli era addirittura in vantaggio, in una partita dove gli xG erano rispettivamente 0.80 e 2.32. “Il fine giustifica i mezzi”, diceva Machiavelli, e i mezzi del Napoli nella prima al Maradona sono stati tanto brutti esteticamente quanto efficaci.

Sofferenza e meriti della Real Sociedad

Dopo tre minuti abbiamo subito visto come sarebbe andato il match, che si era già acceso grazie alla pressione molto alta della Real Sociedad arrivata due volte al tiro, una verso la porta.

Dopo soli 9 secondi dall’inizio della partita, si erano già delineate le varie coppie all’altezza dell’area di rigore azzurra, con Ospina spesso costretto a lanciare per Mertens.

La squadra spagnola, con il suo solito 4-3-3 che diventava poi un 3-1-4-2 fatto di tempi e posizioni di gioco perfette, ha dominato la partita. Sfruttando molto il campo centralmente, con Guevara e Merino tra le linee e gli esterni che spesso si accentravano, Di Lorenzo e Mario Rui hanno sofferto i due terzini della Real Sociedad alle loro spalle, che spingendo molto larghi sembravano ali d’attacco.

Un esempio, oltre a quello del clamoroso gol sbagliato da Portu dove però è complice anche uno svarione di Maksimovic, è quest’azione al minuto 13: Koulibaly raddoppia Januzaj, intanto Maksimovic e Di Lorenzo scalano mentre Portu accentrandosi attacca lo spazio tra di loro, lasciando così molto spazio per l’ascesa di Monreal.

Sono da sottolineare anche alcune sbavature dei due centrali (soprattutto di Maksimovic, appunto, nell’occasione clamorosamente fallita da Portu) e di due centrocampisti, Bakayoko e Fabiàn, che qualche volta sono sembrati fuori dal ritmo del match.

Note positive

Tre giocatori che sono stati fondamentali per il lavoro che erano chiamati a fare e per, fortunatamente, come lo hanno svolto sono stati Piotr Zielinski, Dries Mertens e Hirving Lozano.

Il polacco ha trovato casa nel ruolo di “sottopunta” o “trequartista di collegamento” tra il centrocampo e l’attacco. A dir la verità, la sua partita non è stata strabiliante ma la rete, nata da una giocata individuale di un ragazzo che si può definire fenomenale sotto il punto di vista balistico, ha permesso al Napoli di stare più tranquillo per gran parte del match. Inoltre, ha occupato maggiormente una zona più laterale del campo lasciando spazio, al centro, a Mertens.

Il belga ha fatto un lavoro molto importante, ormai si sta abituando a co-esistere con giocatori come Osimhen e Lozano che attaccano la profondità: e chi meglio di uno con la sua intelligenza e il suo campo visivo può servirli? Il suo raggio di azione è stato lontano dalla porta per fare da appoggio durante la fase di costruzione ma non per scaricare all’indietro nuovamente ma per cercare di verticalizzare subito, con pochi tocchi (è infatti secondo per “passaggi chiave” con 2, dietro solo a Portu a quota 4).

L’esterno messicano, invece, sta riuscendo sempre di più a conciliare fase difensiva e fase offensiva, stringendo con i tempi giusti, aggredendo quando c’è bisogno e attaccando lo spazio quando gli avversari lo permettono. Perché, anche se gli spagnoli sono organizzati così bene in campo, la loro proiezione prettamente offensiva li porta a subire qualche imbucata che li avrebbe potuti far terminare la gara in 10 (e invece sono stati graziati dall’arbitro, o dal regolamento UEFA che non prevede il VAR durante la fase a gironi dell’Europa League).

Le heat-map dei tre calciatori appena analizzati: Zielinski ha occupato la parte sinistra del campo, ricevendo palloni poi trasformati in azioni offensive, Lozano è stato onnipresente a destra e Mertens ha operato molto lontano dalla porta avversaria per beneficiare degli spazi da lui stesso creati venendo incontro e attaccati da Lozano.

Conclusioni

Dopo una prestazione non brillante del Napoli, che si è ancora una volta adattato all’avversario giocando in maniera passiva, con 16 tiri subiti ma soli 4 verso la porta, pare che il fine abbia giustificato i mezzi, visto il primo posto nel girone.

E’ tempo ora di pensare al campionato che, nella prossima settimana, vedrà un crocevia importante per la stagione degli azzurri grazie alle sfide con Sampdoria, Inter e Lazio, dove gli uomini di Gattuso dovranno portare a casa più punti possibili.

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