Serie A, il Napoli ha giocato contro quasi tutte le squadre della storia

Foto: Simedblack/Pixabay

Nel corso della sua lunghissima storia la Società Sportiva Calcio Napoli ha avuto l’onore di incontrare quasi tutte le squadre che hanno fatto il loro ingresso nel campionato di Serie A, intendendo la massima serie del campionato italiano.

Per la precisione, 69 club calcistici hanno giocato in serie A per un periodo di tempo più o meno lungo: di questi ben 66 hanno sfidato il Napoli.

A rimaner fuori da questa particolarissima lista sono solo tre squadre: l’Andrea Doria, squadra di Genova che approdò in A soltanto per una stagione tra il 1945 e il 1946; il Treviso che arrivò in massima serie nel momento più buio della storia del Napoli, cioè quando quest’ultimo era retrocesso in C1; il Messina, che ha militato in serie A per ben 5 stagioni, ma sempre mentre il Napoli arrancava per risalire la serie C e affermarsi in B fino a tornare di nuovo nel massimo campionato.

Tutte le altre squadre hanno perso almeno una volta contro i partenopei: Il Carpi, il Piacenza e la Salernitana sono stati sconfitti una volta sola con gol che sono entrati nella storia. La vittoria contro la Salernitana risale a un piovoso 23 Dicembre 1945. A sbloccare il risultato arrivò una parabola di Verrina. Nel corso del tempo le due principali squadre campane hanno costruito rapporti di buon vicinato che si sono consolidati lo scorso Settembre con il passaggio di Tutino dal Napoli ai granata di Salerno.

Fatte questa considerazioni bisogna ammettere che il fascino della storia dei grandi club calcistici è rimasto immutato nel tempo. Fondamentali alla ricostruzione delle grandi imprese del calcio sono naturalmente le innumerevoli statistiche nonché i dati raccolti e archiviati dai cronisti di ogni epoca.

Quello di molti decenni fa sembra un calcio completamente differente da quello che viviamo e che guardiamo oggi. Si potrebbe dire che il calcio di oggi, fatto di misurazioni millimetriche del fuorigioco, della possibilità di guardare e riguardare in tempo reale tramite VAR le azioni fallose di cui l’arbitro non ha potuto avere una visione perfetta, abbia perso un po’ di poesia, si sia sganciato dal fattore umano per aggrapparsi disperatamente all’oggettività delle macchine.

In molti, fra cui le principali società sportive in primis e il popolo degli appassionati che si infervora agli errori arbitrali, hanno invece una visione molto positiva del massiccio ingresso della tecnologia nel mondo del calcio. Una volta il calcio era legato a una lunga serie di limiti: limiti fisici, percettivi, procedurali. Molti di questi limiti sono stati progressivamente superati grazie all’implementazione strumenti tecnologici in ogni ambito dell’attività sportiva. 

Dalle pagine di reviewbox.it Mario Ferrante riflette su come ciò abbia anche un forte impatto sulla preparazione atletica dei giocatori: “Si pensi solo all’utilizzo del cardiofrequenzimetro per calibrare gli allenamenti sulle caratteristiche fisiche di ogni giocatore ed a come sono migliorati gli strumenti a disposizione dei medici sportivi per sostenere gli atleti durante il recupero dagli infortuni. La tecnologia ha solo fatto compiere agli sportivi diversi passi verso la perfezione, allo svolgimento del gioco diversi percassi verso un’insindacabile correttezza”.

Sarà curioso vedere se e come arriverà il giorno in cui il Napoli si troverà a giocare in un campionato con squadre miste composte da robot e umani, o magari arbitrato solo dall’intelligenza artificiale.

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