De Magistris: “In Campania possibile nuovo lockdown”

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è stato intervistato ai microfoni di RTL 102.5 per commentare il nuovo DPCM di Giuseppe Conte e della possibile decisione del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sul lockdown alle 23 da venerdì prossimo:

Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto e i risultati ci danno ragione, il numero dei controlli, continueremo a farli con rigore, la gente risponde sempre meglio e le mascherine ce l’hanno davvero tutti e laddove dovremmo riscontrare qualche isolata criticità aumenteremo i controlli o agiremo in altro modo”.

Sono un uomo abituato ad approfondire e l’arma letale contro il virus è scaricare l’app ‘Immuni’ ho molte perplessità, credo sia legittimo in un paese democratico. Io non l’ho ancora scaricata ma se deve diventare argomento di polemica lo farò, così saranno tutti felici, in attesa di avere una sanità pubblica più rafforzata sul territorio o almeno dalle mie parti più rafforzata. Perché quando guardo i numeri di come hanno potenziato la sanità pubblica mi viene un brivido dietro alla schiena. Io sono molto molto preoccupato per la mia città”.

“In Campania credo che se i contagi continueranno a crescere si andrà al lockdown, sono rimasti una ventina di posti letto in terapia intensiva e una cinquantina posti in reparto e se il trend continua come quello di questi giorni penso che a fine ottobre ci sarà il lockdown. Io sono terrorizzato dal disastro economico, sociale e lavorativo, di un’epidemia mentale di cui non si parla, la gente comincia ad essere sfiancata e preoccupata. Io sono arrabbiato perché quello che preoccupa è che non si è alzato il livello di attenzione, di prevenzione e di intervento e allora al primo aumento di contagio già il sistema è andato in tilt, anche se a Napoli i numeri non sono altissimi, 3, 4 morti alla settimana e la maggior parte sono asintomatici. Ma il sistema sanitario, nonostante l’impegno incredibile di medici e infermieri, ha delle difficoltà. Non sono partite le assistenze domiciliari, non c’è un medico o un infermiere che va visitare un malato a casa e se il paziente ha la febbre cerca di andare in ospedale”.

Quelli tra me e De Luca non sono litigi ma opinioni, e poi per quel che riguarda la sanità, nonostante non sia un argomento di mia competenza, io comunque sto cercando in tutti i modi di partecipare all’unità di crisi regionale e di dare un contributo, perché durante un’epidemia dobbiamo metterci insieme nonostante le idee politiche. Ma Le sembra normale che il Sindaco di Napoli che rappresenta il 56% della popolazione campana non partecipi all’unita di crisi? Io voglio partecipare anche con chi non mi riconosce come Istituzione. Se poi non devo neanche parlare, come lui ha impedito ai medici di parlare, e siamo in una dittatura diamoci una ragione, io sono un uomo libero non mi faccio piegare da nessuno. Se non parlo io non parla nessuno. Se De Luca mi chiama stamattina io cancello tutti i miei impegni e vado là”.

“Ho apprezzato il Governo sulla questione delle scuole perché si è mantenuta una posizione non facile, cercare di trovare un equilibrio tra didattica a distanza e in presenza. Non sono d’accordo con il chiudere subito la scuola perchè a Napoli ed in Campania continua ad essere il luogo più sicuro e controllato”. 

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