Napoli, ecco perché (adesso) il 4-2-3-1 non da certezze

Il Napoli ieri ha iniziato il nuovo campionato nei migliore dei modi. Così come confermato da Mertens e Gattuso, vincere la prima partita era fondamentale, si dal punto di vista della classifica, sia dal punto di vista morale poiché una vittoria ti da certezze e sicurezza. Tuttavia, il Napoli è ancora un cantiere aperto senza un’identità ben definita, dal momento in cui non si è ancora trovato un assetto tattico che possa comprendere tutte le figure di spicco della squadra.

Il 4-3-3, tanto equilibrio, ma poco cinismo: Il Napoli di Gattuso, fin da quando arrivò il tecnico calabrese, ha sempre giocato col modulo che ha reso grande i partenopei: il 4-3-3. Questo perché garantisce una maggior compattezza e solidità a centrocampo con un regista di ruolo e mette a proprio agio le due mezz’ale Fabian e Zielinski. Tuttavia, il Napoli col 4-3-3 risulta troppo ripetitivo e prevedibile in avanti e spesso poco cinico sottoporta.

4-2-3-1, una coppia perfetta, ma a centrocampo?: Una delle idee che sta prendendo forma in questi ultimi giorni è il 4-2-3-1, modulo che permetterebbe di far coesistere la coppia Mertens-Osimhen che sembrano conoscersi da sempre. Senza dubbio, attraverso questo modulo il Napoli troverebbe più soluzioni offensive, facendo scatenare i 4 giocatori in avanti. Tuttavia, per poter giocare con 4 attaccanti insieme, il Napoli ha bisogno di una copertura estrema, che i soli difensori non ti possono garantire. Agli azzurri mancano i mediani, i giocatori come lo era Allan e che non possono essere ne Fabian, ne Zielisnki e nemmeno Demme. Attualmente in squadra gli unici che possono ricoprire quel ruolo sono Lobotka ed Elmas, ma non bastano.

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