LE NOTE DI MN – Il 4-2-3-1 “osimheniano” rompe gli equilibri

Dimidium facti, qui coepit, habet: “Chi ben comincia, è a metà dell’opera”. Un proverbio che sintetizza la gara degli azzurri ieri al Tardini di Parma. Letteralmente così, metà dell’opera: la prima parte di gara ha offerto uno spettacolo privo di palle goal, soprattutto grazie al muro eretto dai ducali dinanzi le manone di Luigi Sepe. Due linee strettissime, pochi spazi e giro palla lento. Questo è stato, in nuce, il leitmotiv del primo tempo.

L’inerzia del match gira a favore degli azzurri esattamente dal minuto 61′, coincidente con l’ingresso in campo di Victor Osimhen. Tra le note positive c’è il nigeriano, che divora l’erba con le sue cavalcate stile Usain Bolt. Come in una gara di corsa campestre, l’attaccante mira la profondità e la cerca in ogni istante. Devastante il suo ingresso in tutti i sensi: i beneficiari della sua presenza sono soprattutto Insigne e Mertens, abili a duettare simultaneamente come due compagni di vita. Non a caso, entrambi firmano la vittoria azzurra.

Non mancano le prestazioni negative, rinconducibili ad un unico reparto: il centrocampo. Tra le note negative spiccano i nomi di Fabiàn Ruiz e Piotr Zielisnki. I due sembrano spaesati, monotoni e inconcludenti. Forma fisica da rivedere ma soprattutto poca convinzione nella testa di due potenziali fuoriclasse. Gattuso sa quanto sia importante lavorare nell’anima e nella testa dei calciatori, dovra lavorare per recuperare al più presto i due gioiellini.

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