Pedullà: “Osimhen, tutti i segreti: dall’infanzia all’ufficialità”

Dalle bottiglie di acqua vendute ai semafori di Lagos al San Paolo di Napoli. È la storia di un ragazzino preso di mira dal fato. Che ha perso la mamma a 6 anni e che cercava scarpe da calcio in una discarica a cielo aperto. Dai sogni alla realtà. Perché la rincorsa di Victor nasce in un campo di terra e con un pallone sgonfio. Tra la polvere e il cemento. La bramosia di diventare un calciatore era più forte di ogni avversità. La povertà assoluta era un incubo da scacciare via con il sudore, il sacrificio, l’impegno e la passione. La meta era distante. Tanti coetanei avevano smesso di crederci ma Victor non si è mai arreso. Lui correva e lottava più di tutti negli allenamenti, per raggiungere il suo traguardo. Voleva esaudire il suo desiderio e rispettare le promesse. Un destino segnato: Osimhen vuol dire “Dio è buono”. Il disegno della Provvidenza che domina il corso degli eventi. Che è capace di regalare un sorriso ad un ragazzino che aveva perso praticamente tutto. Il racconto personale di Osimhen è un encomio alla perseveranza. Alla resilienza. Alla capacità di non perdere mai di vista il proprio obiettivo. Dopo un’infanzia beffarda e crudele e le esperienze con Wolfsburg, Charleroi e Lille, per Victor arriva la chiamata più importante della vita, dal Napoli. Perchè da oggi Osimhen è ufficialmente un nuovo calciatore azzurri e andrà a giocare nel tempio che fu di Diego Armando Maradona. Rapidità, tecnica e forza fisica al servizio della causa partenopea. Un giocatore moderno che può essere devastante con le sue progressioni. Rino Gattuso non vede l’ora di abbracciarlo e magari preparare qualche modifica tattica per farlo esprimere al meglio.

fonte: alfredopedulla.com

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