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La Repubblica: “Gravina pensa ai play off”. Le ipotesi

Gravina non si arrende e si muove su due binari, una ripartenza il 13 giugno, l’ipotesi più auspicata, e, caso estremo, la soluzione di playoff-palyout da imporre, se necessario, alla serie A attraverso il consiglio federale.

Il Dl rilancio glielo permette.

Ecco cosa prevede infatti l’articolo 221 bis:

“In considerazione dell’eccezionale situazione… le Federazioni sportive possono adottare, anche in deroga alle vigenti disposizioni dell’ordinamento sportivo, provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione delle competizioni e dei campionati, professionistici e dilettantistici, ivi compresa la definizione della classifiche finali, per la stagione sportiva 2019-2020, nonché i conseguenti provvedimenti relativi all’organizzazione, alla composizione e alle modalità di svolgimento delle competizioni e dei campionati professionistici e dilettantistici, per la successiva stagione sportiva 2020-2021”.

Un bell’assist per Gravina, e anche per Cosimo Sibilia, leader della Lega Dilettanti.

Ecco quindi la via di playoff e playout, che per la verità era un’ipotesi che il presidente federale aveva coltivato già prima di questa pandemia.

Playoff a 4, 8 oppure a 12 squadre? Playout a 8? Da decidere quale la soluzione migliore.

Anche se non è affatto semplice, non tutte le squadre hanno lo stesso numero di partite. Ecco una simulazione, forse la più probabile (al momento). Playoff a 12 con le prime dodici della classifica “congelata” al 9 marzo, più di due mesi fa.

Le prime quattro (Juventus 63 punti, Lazio 62, Inter 54 con una gara in meno e Atalanta 48 con una gara in meno) andrebbero direttamente ai quarti.

La quinta (Roma 45) sfiderebbe la dodicesima (Cagliari 32, una gara in meno), la sesta (Napoli 39) contro la undicesima (Sassuolo 32, una gara in meno), la settima (Milan 36) contro la decima (Bologna 34) e l’ottava (Verona 35, una gara in meno) contro la nona (Parma 35, una gara in meno).

Gare secche, se necessario in campo neutro, tanto sono tutte a porte chiuse (per almeno un anno). I playout coinvolgerebbero le ultime otto: Fiorentina, Udinese, Torino, Sampdoria, Genoa, Lecce, Spal e Brescia. Anche qui partite secche.

Il vantaggio è che si avrebbero meno gare di quelle previste, 124. Lo svantaggio: le prime quattro, se la stagione finissse qui, sono sicure di andare in Champions. Coi playoff no. Coi playoff lo scudetto potrebbe vincerlo anche la dodicesima, il Cagliari. Coi playout anche Fiorentina e Torino rischierebbero la B.

Chi glielo dice a Commisso e Cairo? Lotito ha già detto che di playoff non ne vuole sentire parlare, è ad un punto dalla Juve con 12 giornate davanti, lo scudetto non è certo una chimera.

Ad alcuni club la formula studiata da Gravina potrebbe anche interessare, ad altri no.

Qualche presidente potrebbe fare fuoco e fiamme ma Gravina ha gli strumenti per imporsi. Per ora in Lega se ne parla solo informalmente, pur con interesse e preoccupazione. Ma il n.1 del calcio vuole chiudere questa stagione sul campo, non sui tribunali. Era disposto a giocare pure a settembre e ottobre prima che l’Uefa mettesse il limite del 2 agosto (per ora).

Farà di tutto perché in Italia non succeda quello che è successo in Francia, Belgio e Olanda dove hanno chiuso tutto fra polemiche e ricorsi. Gravina è contrario al blocco delle retrocessioni e ad una serie A il prossimo anno a 22: ha ragione, sarebbe un problema enorme nel trovare le date, visto che si deve chiudere a maggio per gli Europei, e poi i club prenderebbero meno soldi dai diritti tv.


Gravina non ha buoni rapporti con Malagò (e viceversa) ma ha buoni rapporti con Spadafora e con la Lega di serie A gli attriti riguardano soprattutto la commissione Zeppilli, criticatissimo ieri dai presidenti, che in oltre un mese non ha dato le risposte sul protocollo, ora in alto mare.

Mercoledì 20 consiglio federale: si guarderà anche al futuro, oltre al presente. Bisognerà mettere mano ad una vera riforma dei campionati, soprattutto dell’area professionistica che scoppia. Prima però bisognerà chiudere serie C (Ghirelli lo ha già fatto) e serie D. E la B, con questo protocollo, non si capisce come possa andare avanti.

Per Gravina è arrivato il momento di riprendere in mano il filo del calcio, ha la forza e la personalità per farlo, mettendo fine alle troppe fughe in avanti. La Bundesliga è ripartita perché c’è stato un lavoro di squadra fra Federazione, Lega, tv, calciatori, tutti. In Italia ognuno va per conto suo, e infatti siamo a questo punto.

Fonte: La Repubblica

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