“Roma non fu costruita in un giorno”: una frase che rappresenta a pieno un Napoli che sta pian piano mettendo i pezzi dopo essersi sgretolato nei mesi e ricostruire quella squadra tanto elogiata negli anni che, non solo sapeva palleggiare in qualsiasi stadio, ma vinceva e anche con predominio. Tre sconfitte e una vittoria: un inizio che, comunemente, nessun allenatore si augura e che dovrebbe portare ad un campanello d’allarme; gli azzurri però non hanno sempre meritato quei k.o, soprattutto stasera.
Gattuso una piccola impronta positiva la sta trasmettendo. Dopo un primo tempo timido, in cui si studiava l’avversario e il modo per arginare le incursioni di un gruppo con una condizione fisica pazzesca. Risparmiare energie per ritrovarsele nella seconda frazione di gioco. E così è stato. La Lazio non ha mai tirato, impegnata più a fermare gli azzurri che a primeggiare con il gioco. Insigne finalmente ha ritrovato quella verve che mancava da troppo. Un’ottima partita sia in fase offensiva (due tiri pericolosi) e tanto sacrificio in fase difensiva per aiutare i compagni. Questo deve dimostrare il capitano: forza, caparbietà, voglia. Se avesse segnato, probabilmente avrebbe sputato fuori tutta la rabbia e la tensione degli ultimi mesi.
Molto meglio anche la difesa azzurra, un attentissimo Manolas che è tornato nel suo ex stadio, pur se di sponda giallorossa, ha giganteggiato e protetto bene la palla. Come con l’Inter, così contro la Lazio il Napoli “si è fatto gol da solo”. L’eccessiva sicurezza e un pizzico di superbia di Ospina hanno rovinato una gara che avrebbe potuto svoltare la stagione azzurra. Periodo davvero negativo per i portieri partenopei. Immobile rapace, Di Lorenzo sfortunato: una beffa che sa di clamoroso, quelle che scottano e difficilmente si dimenticano. Cala il sipario all’Olimpico con una sconfitta che più amara non esiste, i laziali festeggiano, i napoletani beffati incassano e sperano che prima o poi la ruota tornerà a girare.