Udinese – Napoli: analisi tattica dell’avversario

In collaborazione con BTL | Behind The Line

Partite visionate: Udinese vs SPAL (0-0) & Lazio vs Udinese (3-0; 3-0 HT)
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SISTEMA DI GIOCO

  1. Base: La squadra bianconera guidata attualmente da Luca Gotti (allenatore ad interim dopo l’esonero di Tudor), utilizza come sistema di gioco base il 3-5-2. A difendere la porta dei friulani, da due stagioni c’è l’argentino ex Racing Juan Musso. La linea di difesa prevede la presenza di tre difensori molto fisici e rocciosi: il difensore destro titolare è il brasiliano arrivato a Udine in estate Rodrigo Becao, al suo fianco nel ruolo di centrale c’è il nigeriano classe ’93 Troost-Ekong, chiude lo schieramento difensivo l’olandese Nuytinck che è stato rinvigorito dall’arrivo di Gotti in panchina (sotto la gestione Tudor, l’ex Anderlecht non aveva visto il campo praticamente mai. Le alternative a disposizione per la linea arretrata sono il ghanese Opoku, l’esperto francese De Maio e l’olandese classe ’97 Ter Avest (quest’ultimo non nasce come centrale ma le sue caratteristiche gli permettono di giocare anche in quella posizione). La linea mediana, come detto, è composta da cinque uomini. Partendo dalla fascia destra, troviamo come quinto di centrocampo titolare il danese Stryger Larsen (che in emergenza o a partita in corso può anche giocare come difensore della linea arretrata). Al suo fianco, come centrocampista/mezz’ala destra, il titolarissimo è Mandragora (da precisare che l’azzurro può giocare anche da mediano). Nel ruolo di mediano davanti alla difesa, sono in costante ballottaggio Jajalo e Walace, con il primo leggermente favorito sul brasiliano ex Hannover. Per il posto di centrocampista/mezz’ala sinistra ci sono pochi dubbi: il titolare inamovibile è la stessa della squadra, l’argentino Rodrigo de Paul, oggetto del desiderio di tanti top club italiani ed europei. A completare la linea di centrocampo, nel ruolo di esterno sinistro, si alternano l’offensivo Sema e il più difensivo Samir, con il primo favorito per un posto da titolare soprattutto quando i friulani optano per un atteggiamento più spregiudicato. Gli altri giocatori a disposizione in linea mediana sono il francese Fofana (titolare inamovibile la scorsa stagione) e la mezz’ala ceca Barak che però è ancora ben lontana, causa infortuni, dal livello mostrato al suo debutto in Italia avvenuto ormai due stagioni fa. In avanti, le carte nel mazzo di Mister Gotti sono diverse: al momento, i titolari sono l’italiano Okaka e il macedone Nestorovski, arrivato in Friuli durante l’ultima sessione di mercato e rilanciato dopo il cambio in panchina. La prima alternativa al duo titolare è il capitano della squadra, nonché trascinatore dei friulani durante la scorsa stagione, il nazionale azzurro Kevin Lasagna. Completano il pacchetto offensivo l’argentino Pussetto (titolare ad inizio stagione) e il polacco Teodorczyk (schierato di recente a partita in corso anche come quinto di centrocampo).
  2. In fase di possesso: Quando i friulani sono in possesso del pallone, la loro disposizione in campo è il 3/1-4-2. Questo schieramento prevede i tre difensori vicini tra loro e più arretrati, il mediano davanti alla difesa (che però non funge da regista basso), i due esterni di centrocampo in linea con le due mezz’ali e più avanzate le due punte.
    Da precisare però che, così come vedremo più avanti nella sezione FASE DI POSSESSO, molto spesso una delle due punte e la mezz’ala tendono a scambiarsi di posizione.
    Inoltre, in alcune situazioni, i due esterni di centrocampo possono anche spingersi più in avanti, facendo mutare lo schieramento in un 3/1-2-4.
  3. In fase di non possesso: In questa fase, il sistema di gioco adottato varia, seppur minimamente, a seconda della posizione del pallone: quando la sfera è nella metà campo offensiva, la squadra si dispone con un 5-3-2, con i due quinti di centrocampo che si abbassano sulla linea dei difensori e i due attaccanti vicini. Quando invece il pallone rotola nella zona difensiva, uno dei due attaccanti si porta più indietro, partecipando quindi attivamente alla manovra difensiva. In questo caso quindi, lo schieramento si trasforma in 5-3-1/1, con l’altra punta che resta più avanzata ed esclusa dai compiti di copertura.

INTRO

L’ Udinese Calcio vede attualmente alla guida della prima squadra il vice-allenatore dell’esonerato Tudor, l’italiano ed ex collaboratore tecnico di Maurizio Sarri al Chelsea, Luca Gotti.
Il 52enne tecnico nativo di Andria non ha stravolto il sistema di gioco scelto ad inizio stagione da Tudor: salvo qualche cambio di interprete (ha inserito nell’undici titolare diversi calciatori totalmente ignorati da Tudor come Nuytinck e Nestorovski), lo schieramento di base è infatti rimasto il collaudato e rodato 3-5-2.
I risultati ottenuti da Gotti fino a questo momento sono stati altalenanti: dopo l’incoraggiante vittoria al debutto (1-3 in trasferta contro il Genoa) e il successivo pareggio in casa con la SPAL (0-0), sono arrivate due brutte sconfitte consecutive in trasferta (2-1 con la Sampdoria in quello che era a tutti gli effetti uno scontro salvezza e un pesante 3-0 all’Olimpico contro la Lazio). Le partite perse hanno messo in discussione il ruolo di Gotti che comunque, a scanso di equivoci, continua a ripetere di voler tornare a fare il vice e che il suo incarico resta pertanto solamente ad interim. Se in campionato la squadra è in difficoltà, in Coppa Italia invece, è appena arrivata una grande vittoria per 4-0 contro il Bologna che ha regalato ai bianconeri il pass per gli ottavi di finale.
La rosa dei friulani, come ormai da tanti anni a questa parte, è un mix di giovani calciatori provenienti da diversi paesi del mondo e qualche veterano sparso qua e la.
In questa, la stella più luminosa è sicuramente quella di Rodrigo de Paul, il centrocampista offensivo argentino che tante squadre italiane ed europee sognano di avere tra le proprie fila (si parla di un trasferimento all’Inter già durante la prossima sessione di mercato).
Da sottolineare anche le individualità dei due nazionali azzurri Kevin Lasagna (capitano e capocannoniere dei friulani la scorsa stagione) e Rolando Mandragora, centrocampista tutto-fare fresco di convocazione da parte del CT Roberto Mancini.
L’Udinese naviga attualmente nelle zone basse della classifica: sono solamente 14 infatti, i punti portati a casa in 14 uscite stagionali, bottino che li relega ad un pericoloso sedicesimo posto in graduatoria, con soli 4 punti di vantaggio sulla zona salvezza.
Gli uomini di Gotti hanno uno score preoccupante sia per quanto riguarda i gol fatti (solamente 9, peggior attacco della Serie A insieme alla SPAL e peggior partenza offensiva dei friulani dalla stagione 93/94 che si chiuse con la retrocessione in B), sia per quanto riguarda le marcature incassate (23).

FASE DI POSSESSO

La squadra friulana cerca sempre di costruire il suo gioco dal basso e con palla a terra. La disposizione in questo particolare tipo la si può osservare nella lavagna tattica che segue: il primo a ricevere la sfera dal portiere, che rinvia spesso e volentieri sul corto (sono rari infatti i lanci lunghi e quando vengono effettuati sono in direzione di Okaka), è sempre uno dei tre difensori centrali che si dispongono in ampiezza occupando tutta l’area di rigore, il mediano si abbassa per ricevere e/o offrire la possibilità di uno scarico, i quinti di centrocampo iniziano la loro risalita (come vedremo successivamente, in fase di non possesso saranno in linea con i tre difensori centrali) e si portano a livello della mezz’ala di destra (l’altra mezz’ala [de Paul] invece è già più avanzata).

Lo scopo di questa costruzione è portare la palla sul lato e quindi far proseguire la manovra su una delle due corsie laterali del terreno di gioco. Proprio per questo, i principali destinatari dei passaggi effettuati dai difensori centrali sono i due quinti di centrocampo che, una volta ricevuta palla, o la giocano internamente con le mezz’ali o con la punta che si è abbassata, continuando poi la discesa sulla fascia e rendendosi disponibili per una nuova ricezione in zona offensiva. Da precisare che se la squadra avversaria non fa pressione concedendo quindi campo libero, i tre difensori centrali si alzano e portano palla quasi fino all’altezza del centrocampo (a fare questo sono solitamente i due difensori laterali [Nuytinck e Becao]), zona in cui poi questa verrà smistata sul quinto di centrocampo (sostanzialmente senza pressione, il “baricentro” della costruzione si sposta più avanti). Da sottolineare inoltre che invece, quando sono pressati, tendono a sbagliare moltissimo (anche perché i giocatori difensivi non hanno grandissime di gestione della sfera), finendo per perdere il pallone in una zona pericolosa.
Come si può intuire quindi, visto il tipo di sviluppo adottato, la finalizzazione preferita dalla squadra di Gotti è quella che prevede un cross o un traversone verso il cuore dell’area di rigore, giocata che viene effettuata quasi sempre da uno degli esterni di centrocampo.
A ricevere il pallone in area, come si evince anche dalla lavagna tattica che segue, ci sono sempre quattro uomini: i due attaccanti, la mezz’ala che agisce sul lato opposto a quello dal quale parte il cross/traversone e il quinto di centrocampo della corsia opposta (da precisare che nel caso in cui quest’ultimo sia Samir, la sua presenza in area non è sempre garantita in quanto tende, anche a causa delle sue caratteristiche più difensive, a restare più indietro). Al limite dell’area, pronto a ricevere l’eventuale respinta, si posiziona l’altra mezz’ala (quella che gioca vicina al centro del gioco; attenzione a de Paul in questo caso in quanto l’argentino è dotato di un ottimo tiro dalla distanza).

Nell’immagine che segue, sono rappresentati tutti i cross tentati dai bianconeri nelle due gare analizzate (sono stati 37 i cross tentati complessivamente nelle due gare, solo 9 però quelli a segno).

La ricerca della giocata sul lato viene anche perseguita quando la costruzione non parte dal basso (magari a causa della pressione avversaria) ma risulta diretta: in questo caso infatti, la prima giocata sarà un lancio lungo verso le punte (solitamente verso Okaka che cerca di sfruttare al meglio la sua fisicità) che tenteranno di conquistare la seconda palla e, con l’aiuto dei compagni, di farla arrivare poi sulle corsie esterne.
Quando invece la squadra avversaria nega totalmente la possibilità di giocare la palla sul lato, costringendo quindi la squadra di Gotti a giocare lungo la fascia centrale, la sortita friulana è costituita principalmente o da un break individuale di una delle due mezz’ali (soprattutto de Paul è molto bravo nel saltare l’uomo), o da rapidi scambi al limite dell’area. Questi scambi vedono coinvolti le due punte (molto vicine quando la palla è nei pressi dell’area) e le mezz’ali che si sono portate a sostegno: lo scopo di questa giocata è quello di imbucare la palla alle spalle della linea di difensori.
Nella fase di possesso bianconera sono tre gli uomini da tenere particolarmente d’occhio per quanto riguarda i movimenti senza palla:

  • Rodrigo de Paul: la stella argentina parte come interno di centrocampo ma, quando i suoi compagni sono in possesso della sfera, tende ad avanzare e ad allargarsi tantissimo, scambiandosi così la posizione con il quinto di centrocampo che pertanto si accentrerà e si posizionerà leggermente più indietro rispetto al compagno.
    Se invece de Paul si allarga ma invece di spingere si abbassa, allora il quinto di centrocampo si accentrerà e attaccherà la profondità;
  • Stefano Okaka[1] & Rolando Mandragora: l’attaccante italiano in fase di possesso si abbassa sempre molto, venendo così a ricevere palla all’altezza del centrocampo. Quando il prodotto delle giovanili della Roma fa questo movimento, il suo posto accanto all’altro attaccante viene occupato da Mandragora. Quest’ultimo quindi, una volta preso posizione, ha due scelte a disposizione: affiancare semplicemente l’altra punta, oppure continuare la sua corsa e attaccare la profondità spezzando la linea difensiva avversaria.

Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai bianconeri durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”).

L’uomo chiave da tenere d’occhio in questa fase è sicuramente Rodrigo de Paul che, grazie al suo grande talento, può inventare la giocata giusta in qualsiasi momento, andare in gol dalla distanza o servire i suoi compagni con passaggi millimetrici.
Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Gotti è medio-basso.
Un’altra caratteristica da sottolineare è quella che vede gli attaccanti friulani andare spesso in fuorigioco, anche in area di rigore.
Alla fase offensiva partecipano quasi sempre otto uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono i tre difensori centrali che però sono comunque posizionati all’altezza del centrocampo e quindi pronti a giocare la sfera nel caso in cui transiti da quelle parti (quando la palla è alta cercano sempre di far ripartire subito l’azione con un colpo di testa in avanti e indirizzato verso uno dei centrocampisti).
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[1] Volendo essere precisi, lo stesso movimento, seppur con minor frequenza ed efficacia, è effettuato anche da Nestorovski

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i bianconeri recuperano palla, la scelta è quasi sempre la stessa: contropiede immediato. La transizione positiva quindi consiste principalmente in un lancio lungo in avanti verso le punte che sono scattate in avanti nel tentativo di attaccare la profondità.
Sono invece rare, le uscite palla al piede del calciatore che ha recuperato la sfera e di quello che riceve il primo passaggio (ovviamente questo non vale quando la palla viene recuperata sulla trequarti offensiva).

FASE DI NON POSSESSO

Come anticipato nella sezione SISTEMI DI GIOCO, l’Udinese, a seconda della posizione del pallone, adotta due schieramenti leggermente differenti tra loro: l’unica differenza tra le due alternative, consiste nella partecipazione alla manovra difensiva di entrambe le punte oppure di una sola. Quando la sfera è nella zona offensiva, entrambi gli attaccanti infatti sono parte attiva dell’azione difensiva portando una leggera pressione.
Quando poi la palla si avvicina alla zona di centrocampo e/o a quella difensiva, uno dei terminali offensivi si abbassa, portandosi a ridosso della linea dei centrocampisti, mentre l’altra punta resta più avanzata e fa smarcamento preventivo. La lavagna tattica che segue, mostra nel dettaglio il 5-3-1/1 adottato in questa fase dagli uomini di Gotti: si osservano i due quinti di centrocampo sulla linea dei tre difensori, il mediano e le due mezz’ali allineate e l’unico attaccante che partecipa alla copertura (di solito l’attaccante che resta alto è Okaka quindi all’azione difensiva parteciperà sempre il suo compagno di reparto, in questo caso Nestorovski).

La linea arretrata formata da cinque uomini riesce tutto sommato a coprire sempre in modo efficace il campo in ampiezza, risultando anche quasi in ogni situazione ben piazzata anche sul lato debole. Inoltre, anche grazie alla struttura fisica importante dei giocatori arretrati, i friulani risultano abbastanza bravi nel gioco aereo.
Quando la squadra avversaria è praticamente a ridosso dell’area di rigore, la linea dei centrocampisti si schiaccia molto verso quella di difesa, negando cosi la zona di rifinitura.
Se quanto descritto farebbe pensare ad una difesa molto solida, la verità è che la retroguardia friulana è tutt’altro che solida (ben 23 i gol incassati in appena 14 gare) e presenta molte lacune. La prima è sicuramente quella che riguarda gli inserimenti degli avversari tra le linee: i bianconeri infatti, oltre a restare abbastanza alti a palla scoperta, tendono tutti a guardare in direzione del pallone, perdendo letteralmente di vista gli avversari che si muovono senza palla, soprattutto sul lato debole. Pertanto, risulta abbastanza semplice far male agli uomini di Gotti portando dei tagli e degli inserimenti alle spalle dei difensori.
Questa eccessiva attenzione rivolta al pallone, con conseguente disattenzione verso gli uomini, crea problemi anche sui cross e sui traversoni che vengono generalmente concessi agli avversari con relativa facilità: in particolare, la squadra bianconera va in grave difficoltà quando il pallone, dalle corsie esterne, viene “messo dietro” e quindi indirizzato verso il limite dell’area o verso il dischetto del rigore. In queste situazioni infatti, le marcature vengono perse spesso e volentieri e gli avversari sono liberi di controllare e giocare il pallone in area o battere a rete.
Un’altra nota dolente della fase di non possesso dell’Udinese è l’eccessiva uscita in marcatura dei due difensori centrali laterali (difensore destro e difensore sinistro): sia Nuytinck che Rodrigo Becao infatti, tendono ad aggredire molto spesso il portatore di palla avversario quando questo si trova nel loro lato di competenza (questa uscita si verifica anche se il portatore si trova in zona molto arretrata e/o nella sua metà campo). Questa uscita in marcatura raramente porta al recupero della sfera e parallelamente libera tanto spazio alle spalle del difensore che è avanzato, spazio che poi può essere attaccato con relativa facilità dagli avversari, soprattutto quando la squadra friulana è ancora in fase di ripiegamento.
Le difficoltà poi si registrano anche sugli attacchi in contropiede da parte della squadra avversaria: visto che i quinti di centrocampo partecipano alla manovra offensiva, quando de Paul e compagni perdono palla sulle corsie, diventano molto vulnerabili proprio sulle zone laterali del campo dove risulta praticamente assente la copertura (al centro sono presenti solamente i tre difensori quindi è possibile anche creare superiorità numerica).
Chiude il quadro dei difetti della fase di non possesso friulana, la difficoltà nel difendere quando il ritmo di gioco avversario è medio-alto.
Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona. I raddoppi sono molto rari, poco aggressivi e si verificano solamente quando la palla è nei pressi del vertice dell’area di rigore: a portare questi, ci pensano il quinto di centrocampo che si è abbassato e la mezz’ala che agisce sullo stesso lato.
Alla manovra difensiva partecipano sempre in dieci, resta fuori da questa solamente una delle due punte centrali (solitamente Okaka) che resta alta e fa smarcamento preventivo, preparandosi anche a ricevere un lancio lungo in avanti.

TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA

A prescindere da dove venga perso il pallone, la scelta in questa fase è sostanzialmente sempre quella di ripiegare e organizzare la difesa per prepararsi a rispondere al meglio alla sortita offensiva avversaria. Si precisa comunque che, quando la palla viene persa in zona offensiva, i calciatori più avanzati possono portare una leggera (e neanche tanto convinta) pressione nel tentativo di riconquistare subito il possesso.

SWOT ANALYSIS

  • Punti di Forza:
    • Talento e fantasia di Rodrigo de Paul;
    • Fisicità dei difensori centrali e di Okaka;
    • Inserimenti di Mandragora sempre pericolosi;
    • Partecipazione alla manovra offensiva degli esterni di centrocampo più o meno efficace (questi vanno soprattutto al cross/traversone in mezzo con buoni risultati);
    • Discreta bravura nel gioco aereo in entrambe le fasi di gioco.
  • Punti Deboli:
    • Poca abilità nel gestire il pallone sotto pressione e quando il ritmo è alto;
    • Difficoltà nel trovare il gol anche a causa delle poche idee in fase di finalizzazione (oltre al cross/traversone e alla sortita individuale di de Paul c’è poco altro);
    • Difensori laterali che escono spesso in marcatura molto alta, liberando così tanto spazio alle loro spalle;
    • Solo tre uomini a difesa della porta in caso di contropiede (questo è dovuto anche al fatto che gli esterni di centrocampo partecipano alla manovra offensiva);
    • Difficoltà nel leggere e contrastare i cross/traversoni provenienti dalle fasce e diretti verso il limite dell’area o verso il dischetto del rigore (in breve, vanno molto in difficoltà quando la palla viene giocata all’indietro);
    • Tutti gli uomini del pacchetto difensivo tendono quasi sempre a guardare solamente il pallone, perdendosi così spesso e volentieri l’avversario che taglia (questo riguarda anche quanto detto nel punto precedente).
  • Opportunità:
    • Attaccare in contropiede per sfruttare la scarsa copertura, soprattutto sugli esterni;
    • Portare una pressione alta per evitare la loro costruzione dal basso e costringerli al lancio lungo;
    • Negare loro l’opportunità di sviluppare gioco sul lato;
    • Attaccare lo spazio alle spalle del difensore centrale laterale che esce in marcatura;
    • Effettuare cross e traversoni verso il limite dell’area e/o verso il dischetto del rigore;
    • Inserirsi tagliando alle spalle dei difensori;
    • Alzare il ritmo di gioco per metterli in difficoltà.
  • Rischi:
    • Subire eccessivamente la fisicità dei difensori centrali e di Okaka;
    • Farsi trovare impreparati sui movimenti senza palla di de Paul e Mandragora;
    • Essere bucati dalle giocate individuali di de Paul;
    • Concedere loro troppi cross/traversoni pericolosi.

DATI STATISTICI RILEVANTI (AGG. AL 06/12/19 E RIFERITI AL SOLO CAMPIONATO)

  • 20° Per gol fatti (9 in 14 gare, media gol di 0.64 a partita, 8 sono arrivati dopo un’azione manovrata, 1 invece su calcio piazzato)
  • 19° Per tiri totali fatti (116, 8.1 tiri a partita)
  • 18° Per tiri in porta effettuati (58 pari al 50% dei tiri totali)
  • 15° Per assist (7)
  • 17° Per corner battuti (ex-equo con Cagliari e Sassuolo, peggio solo il Lecce)
  • 5° ex-equo Per cross utili effettuati
  • 9° ex-equo Per gol di testa realizzati

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