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Napoli – Bologna: analisi tattica dell’avversario

In collaborazione con BTL | Behind The Line

Partite visionate: Sassuolo vs Bologna (3-1; 1-0 HT) & Bologna vs Parma (2-2; 1-1 HT)
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SISTEMA DI GIOCO

  1. Base: La squadra rossoblù guidata da Sinisa Mihajlovic, utilizza come sistema di gioco base il 4-2-3-1. A difendere la porta dei felsinei, da due stagioni c’è il polacco Skorupski, portiere portato in Italia dalla Roma ormai più di sei anni fa e che garantisce una buona sicurezza sia tra i pali, sia nelle uscite (anche se ogni tanto concede un po’ troppo sulle conclusioni sul proprio palo). Il pacchetto difensivo vede la presenza di giocatori molto duttili e in grado di giocare praticamente in ogni posizione della linea arretrata. Come detto, lo schieramento prevede una linea composta da quattro uomini e questa vede sulla destra il senegalese scuola Inter, Ibrahima Mbaye che però, come vedremo più avanti, risulta probabilmente l’anello debole della linea difensiva. In alternativa, sono pronti ad adattarsi Tomiyasu e Bani. La coppia di difensori centrali, complici anche i tanti problemi fisici accusati dai vari calciatori, è cambiata più volte in questa stagione: attualmente, nelle gerarchie sembrano essere avanti il giapponese Tomiyasu (che però come detto può giocare anche come terzino destro come ha fatto in apertura di stagione), vera sorpresa di questa prima parte di stagione in casa emiliana, e l’olandese originario dei Suriname e proveniente dal Club Bruges, Stefano Denswill. Subito dietro nelle scelte, troviamo ancora una volta Mattia Bani, il veterano Danilo e l’ex Lanus Paz, autore dell’assist decisivo del gol del pareggio contro il Parma. Sulla sinistra, il titolare indiscusso fino ad ora è stato il ceco Krejci, anch’egli adattato in emergenza complice il lungo infortunio che sta tendendo fuori colui che dovrebbe contendergli il posto da titolare, cioè l’olandese Dijks.
    La coppia di mediani davanti alla difesa, vede stabilmente la presenza dell’esperto cileno ex Inter, Gary Medel, mentre al suo fianco si alternano il vice-capitano e il capitano dei felsinei, stiamo parlando di Andrea Poli e lo svizzero Dzemaili (che presenta caratteristiche più offensive rispetto a quelle dell’azzurro). Il tridente alle spalle della punta avanzata vede sulla destra la presenza di quella che probabilmente è la stessa più scintillante di tutta la rosa, il 22enne nativo di Ascoli Piceno, Riccardo Orsolini. Sulla corsia mancina invece, si alternano l’italiano Sansone e il danese Skov Olsen. Nel mezzo, il posto da titolare al momento sembra essere di proprietà dello svedese classe ’99, Mattias Svanberg. La prima alternativa allo scandinavo è l’azzurro Soriano e, in caso di necessità, nel ruolo di trequartista può giocare anche capitan Dzemaili. Nel ruolo di terminale avanzato, troviamo stabilmente l’ex Inter e Genoa, Rodrigo Palacio. L’altro giocatore in rosa che può giocare in quella posizione è il paraguaiano ex Copenaghen, Federico Santander. In organico, come attaccante centrale, c’è anche Mattia Destro che però, al momento, sembra totalmente fuori dalle gerarchie rossoblù.
  2. In fase di possesso: Quando i felsinei sono in possesso della sfera, la loro disposizione in campo più frequente è il 2-4-1-3 che prevede i due difensori centrali più bassi e fuori dalla costruzione della manovra, i due terzini sulla linea dei mediani, un uomo tra le linee (Svanberg o Palacio) e i restanti tre giocatori offensivi disposti in ampiezza. L’altro sistema osservato è una leggera variante di quello sopra citato: il Bologna infatti adotta in diverse occasioni il 2-4-2-2 con gli uomini offensivi scaglionati su due linee e che occupano, a coppia, rispettivamente la zona centrale del campo e le corsie (quelli più vicini al centrocampo [di solito TRQ e ATT] sono al centro del fronte d’attacco mentre gli esterni si aprono e occupano le corsie).
  3. In fase di non possesso: In questa fase, il sistema di gioco adottato varia a seconda della posizione del pallone: quando la sfera è nei pressi dell’area di rigore avversaria, la squadra si dispone con il 4-2-3-1 di base. Quando invece il pallone rotola in zona centrale e/o nella zona difensiva, gli uomini di Mihajlovic si dispongono con il 4-1-4/1 con Medel a fare da schermo davanti alla difesa, gli esterni d’attacco in linea con il trequartista e l’altro mediano e con la sola punta centrale che resta fuori dalla manovra difensiva. Da precisare che, qualche volta, quando la palla arriva al limite dell’area, la linea mediana si abbassa e ingloba Medel al suo interno, facendo così mutare lo schieramento in un 4-5/1. Inoltre, sempre tendendo conto della posizione di Medel, se il cileno si abbassa ulteriormente il sistema diventa un 5-4/1.

INTRO

Il Bologna Football Club sta affrontando quella che forse è la stagione più “particolare” della sua storia recente a causa della malattia che ha colpito il suo allenatore, il serbo Sinisa Mihajlovic (arrivato a Bologna a metà della scorsa stagione e principale artefice della grande rimonta che ha regalato ai felsinei la salvezza che ormai sembrava sfumata), alla vigilia della prima giornata di campionato.
Pertanto, in questa prima parte di stagione, a guidare dalla panchina Orsolini e i suoi, ci sono stati Miroslav Tanja (amico storico di Sinisa nonché suo fidato collaboratore tecnico) e il tattico campano Emilio de Leo.
Dopo un avvio abbastanza positivo (7 punti nelle prime tre uscite stagionali), i rossoblù hanno rallentato la loro corsa, raccogliendo solamente 6 punti nelle restanti 10 gare, bottino che li ha portati pericolosamente nella parte bassa della classifica.
La rosa a disposizione di Mihajlovic e del suo staff è un misto di esperienza, freschezza e duttilità: la stella più brillante è sicuramente quella di Riccardo Orsolini, il 22enne esterno destro che è esploso definitivamente la scorsa stagione, proprio dopo l’arrivo del serbo in panchina.
L’attacco, tutto sommato, sta mettendo insieme buoni numeri: sono ben 18 le reti segnate dai rossoblù in tredici partite. Quella che invece preoccupa è la difesa che ha subito la bellezza di 22 reti, decisamente troppe per una squadra che punta ad una comoda salvezza.

FASE DI POSSESSO

La costruzione di gioco della squadra felsinea inizia dal basso con un lento giro-palla che parte dal portiere. L’estremo difensore passa la sfera a uno dei due centrali (da sottolineare che manca un regista/centrocampista che si abbassa per ricevere quindi a poter giocare la sfera sono solamente i due DC) che poi la girano immediatamente verso gli uomini chiave di questa prima fase del possesso: i terzini (soprattutto Krejci). Una volta ricevuto il pallone, la scelta che l’esterno basso adotta con più frequenza è il lancio lungo verso gli esterni o verso Palacio che nel frattempo si è abbassato tantissimo (come si può anche vedere dalla lavagna tattica che segue) e può sia ricevere palla a terra sia fare una sponda verso i compagni.
Da precisare che l’ex punta di Inter e Genoa non disdegna l’allargarsi tantissimo sulle corsie laterali e ricevere la sfera in quella zona di campo. Inoltre, è proprio Palacio che mediamente tocca più palloni in fase di costruzione, pertanto potrebbe essere utile evitare che questo riceva facilmente la sfera o andare subito in pressione su di lui, negandogli quindi la possibilità di girarsi (gioca spesso spalle alla porta anche quando è molto lontana da questa) o aprire il gioco verso i compagni.

Ad abbassarsi molto in fase di costruzione però non è il solo attaccante argentino, ma sono anche i due esterni d’attacco che fanno ciò, oltre che per ricevere il lancio del terzino, anche nel tentativo di liberare spazio alle loro spalle, spazio che poi può essere sfruttato proprio dal terzino (da sottolineare però che, tranne in qualche raro caso con Krejci, i terzini rossoblù non sfruttano praticamente mai questo spazio in quanto scelgono di restare bassi, limitando quindi il loro contributo alla manovra al semplice lancio lungo in avanti eseguito in zona difensiva). Inoltre, sempre in merito ai terzini, va sottolineato che questi non tentano praticamente mai la sortita offensiva individuale mediante uscita palla al piede.
Se la seconda palla viene controllata, gli uomini di Mihajlovic cercano di continuare a sviluppare l’azione sul lato, nel tentativo di arrivare alla finalizzazione nel modo a loro più congeniale: il cross/traversone verso il cuore dell’area (non a caso, il Bologna è una delle squadre che ha effettuato più cross in mezzo di tutta la Serie A). A raccogliere il pallone in mezzo all’area ci sono sempre almeno quattro uomini (se crossa il terzino in area ci sono i quattro giocatori offensivi) mentre al limite è pronto a raccogliere la respinta e calciare direttamente in porta uno dei due mediani (Poli o Dzemaili). Il principale bersaglio dei cross è Orsolini (che è bravissimo a muoversi verso il secondo palo), anche a causa del fatto che il pallone viene spesso messo in mezzo dalla sinistra. Nell’immagine che segue, sono rappresentati tutti i cross tentati dai rossoblù nelle due gare analizzate (sono stati ben 65 i cross tentati complessivamente nelle due gare, solo 10 però quelli a segno).

Se il secondo sviluppo sul lato non è possibile, allora il pallone viene spostato sull’altro lato del campo: questo spostamento, non avviene con un cambio di gioco diretto ma tramite una circolazione palla a terra che coinvolge anche gli uomini presenti nella fascia centrale.
Da precisare che se nel fare questo cambio di lato, viene a crearsi la possibilità di far ritornare subito la palla al punto di partenza (perché ad esempio la difesa nel seguire lo spostamento dell’azione lo ha lasciato sguarnito), i felsinei fanno rapidamente tornare la palla da dove è partita e riprovano a fare gioco su quel lato.
Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai rossoblù durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”).

L’altra soluzione molto gettonata in fase di finalizzazione è il tiro dalla distanza. Le conclusioni vengono generalmente effettuate o da uno dei due mediani che si è portato al limite dell’area (cosa che avviene anche sui calci d’angolo), o da uno dei giocatori offensivi che, non vedendo il movimento dei compagni, decide di provare a far male dalla distanza. Il poco movimento senza palla infatti, è un’altra delle cose che si registra con relativa frequenza nel gioco offensivo dei felsinei.
I due esterni d’attacco tentano spesso di rientrare e calciare sul palo lontano (giocata eseguita soprattutto da Orsolini e Sansone).
Tutta la fase di possesso del Bologna è caratterizzata da un ritmo di gioco basso che rende più difficile tutta la costruzione, nonché rende più agevole la difesa avversaria. Da precisare che il ritmo resta basso anche quando la squadra è in svantaggio.
Alla fase offensiva partecipano sempre otto/nove uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono in ogni caso i due difensori centrali e talvolta uno dei due mediani (solitamente Medel) che però partecipa alla manovra quando la situazione di punteggio è sfavorevole.

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando gli uomini di Mihajlovic recuperano il possesso della sfera, la scelta è quasi sempre quella di consolidare il possesso per poi attaccare in modo ordinato.
Il contropiede infatti, è limitato solo alle occasioni in cui questo è chiaramente fattibile e concede un vantaggio tangibile ai felsinei (ad esempio quando la sfera viene recuperata in zona offensiva e la difesa avversaria è sbilanciata).

FASE DI NON POSSESSO

Quando la palla è in zona offensiva, gli uomini di Mihajlovic portano sistematicamente una pressione discretamente organizzata, nel tentativo di recuperare la sfera o evitare la facile costruzione dal basso agli avversari. A questa azione, come si può vedere anche dalla lavagna tattica che segue, partecipano sempre 5/6 uomini: i quattro giocatori del pacchetto offensivo (Palacio quello più attivo e che spesso va a pressare anche il portiere), più uno o due mediani (sono proprio loro ad uscire più forte in marcatura verso il portatore). La pressione sale di aggressività quando la sfera si sposta sulla corsia laterale mentre, viceversa, si allenta quando è in zona centrale. Inoltre, la pressione diventa nettamente meno aggressiva con il passare dei minuti, soprattutto nella ripresa.

Nella lavagna qui di seguito, è evidenziato un altro aspetto della pressione portata da Palacio e compagni: quando non riescono a fermare sul nascere l’azione avversaria e quindi il pallone esce dall’area e avanza verso il centrocampo, si verifica un accoppiamento sistematico ad un avversario da parte uomini in pressione.

Quando si parla di pressione alta, è doveroso anche parlare dell’aspetto meno “positivo” di questa: visto che questo di azione difensiva coinvolge tanti uomini, se la squadra avversaria riesce ad eluderla e quindi superarla, è molto probabile che di fronte ad essa ci sia tanto spazio e che la porta risulti facilmente raggiungibile. Questa caratteristica la si ritrova anche nel caso del Bologna: quando Palacio e compagni portano pressione infatti, soprattutto quando lo fanno senza troppa convinzione o in modo poco organizzato, gli avversari riescono ad uscire facilmente da questa e si ritrovano, fra essi e la porta di Skorupski, solamente i 3/4 uomini che sono rimasti bassi.
Se la pressione non porta al recupero della palla e la squadra avversaria entra nella metà campo difensiva, allora il Bologna si dispone con il suo solito 4-1-4-1, tipico proprio della sua fase di non possesso (vedi lavagna tattica seguente).

Come specificato nella sezione SISTEMI DI GIOCO, alla manovra difensiva partecipano anche i due esterni d’attacco: questi ultimi, quando la palla è lontana dalla porta, si abbassano sulla linea del mediano più avanzato e del trequartista, mentre quando la sfera è nei pressi dell’area, si affiancano ai terzini, allungando così l’ultima linea di difesa a 6 uomini (da precisare però che non sempre questo allungamento della linea avviene con puntualità e precisione).
Un altro uomo la cui posizione è da tenere d’occhio nella fase di non possesso è il cileno Gary Medel: il roccioso mediano ex Inter infatti, funge sia da schermo davanti alla difesa quando la sfera è lontana dalla porta, sia da difensore centrale aggiunto (ricordiamo che Medel ha anche giocato da difensore centrale in carriera con discreti risultati) quando invece la palla si avvicina all’area di rigore.
La difesa felsinea risulta abbastanza brava e ben schierata in ampiezza contro l’attacco organizzato avversario mentre va in difficoltà quando la compagine rivale attacca in velocità: in questo ultimo caso infatti, i difensori rossoblù, oltre a rientrare in ritardo (cosa che si registra tantissimo dopo un calcio d’angolo a favore), vanno molto spesso tutti verso la zona della palla, lasciando così libero e sfruttabile il lato debole.

Un altro punto debole della difesa rossoblù è la copertura alle spalle del terzino: quando l’estremo di difesa esce verso il portatore di palla infatti, non è sempre puntuale e precisa la copertura alle sue spalle e pertanto c’è tanto spazio sfruttabile e attaccabile tra TRZ e DC.
A chiudere il quadro degli aspetti meno positivi del pacchetto difensivo emiliano, c’è Mbaye: il terzino senegalese cresciuto nell’Inter, è sicuramente un giocatore che in campo mostra tanto impegno e voglia di lottare ma risulta spesso poco efficace in fase di copertura, lasciandosi saltare facilmente o concedendo troppo al diretto avversario. Completa la situazione una scarsa partecipazione alla fase offensiva: sono molto rare infatti le sue sovrapposizioni e i suoi cross non sono particolarmente precisi. Insomma, se c’è da identificare un anello debole nella difesa di Mihajlovic è sicuramente lui e pertanto va attaccato.
Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona e la diagonale è lunga. I raddoppi sono portati principalmente quando la palla si trova sulla corsia esterna all’altezza del centrocampo e vedono coinvolti l’esterno alto d’attacco e il terzino di competenza (vengono quindi portati per evitare che gli avversari possano costruire gioco sul lato).
Alla manovra difensiva partecipano sempre in dieci, resta fuori da questa solamente la punta centrale (Palacio) che resta alta e fa smarcamento preventivo.

TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA

A prescindere da dove venga perso il pallone, la scelta in questa fase è sempre quella di ripiegare e organizzare la difesa per prepararsi a rispondere al meglio alla sortita offensiva avversaria.

SWOT ANALYSIS

  • Punti di Forza:
    • Talento e fantasia di Riccardo Orsolini;
    • Discreta efficacia nel tiro dalla distanza;
    • Grande duttilità degli uomini a disposizione in rosa;
    • Pressione alta che quando portata in modo efficace può creare non pochi problemi nella costruzione del gioco avversario;
    • Bravi nello sfruttare i cross e le palle alte in generale, grazie anche alle buone abilità nel movimento in area dei calciatori offensivi.
  • Punti Deboli:
    • Poche idee in fase di possesso che portano spesso ad attacco sterile e prevedibile;
    • La pressione alta, quando portata male, può essere facilmente saltata e questo libera tantissimo spazio per gli avversari che possono attaccare facilmente la porta;
    • Ritmo di gioco molto basso;
    • Copertura alle spalle dei terzini non sempre impeccabile;
    • Rientro in difesa talvolta molto lento, soprattutto dopo calci d’angolo a favore;
    • Mbaye anello debole della linea difensiva;
    • Tanti falli che portano a numero elevato di cartellini (42 fino ad ora, solo il Milan ne ha beccati di più), pertanto corrono sempre il rischio di restare in inferiorità numerica;
    • Copertura del lato debole praticamente assente quando l’avversario attacca in velocità.
  • Opportunità:
    • Attaccare velocemente e/o in contropiede per sfruttare il cattivo e lento rientro in difesa;
    • Saltare/eludere la pressione alta con un’uscita efficace e sfruttare quindi i tanti spazi lasciati liberi alle spalle delle linee di pressione;
    • Attaccare lo spazio che si crea tra TRZ e DC;
    • Cercare di alzare il ritmo evitando anche così che essi impongano il loro (molto basso);
    • Cercare di negare loro il gioco offensivo sul lato e la possibilità di crossare in mezzo, costringendoli quindi a fare gioco nella corsia centrale dove mostrano più difficoltà;
    • Attaccare sul lato di Mbaye.
  • Rischi:
    • Accettare il loro ritmo basso di gioco e quindi avere poi difficoltà nel costruire la propria manovra;
    • Subire eccessivamente la pressione alta;
    • Concedere loro troppi cross/traversoni.

DATI STATISTICI RILEVANTI (AGG. AL 30/11/19 E RIFERITI AL SOLO CAMPIONATO)

  • 10° Per gol fatti (18 in 13 gare, media gol di 1.38 a partita, 9 sono arrivati dopo un’azione manovrata, 7 invece sono arrivati su calcio piazzato/rigore mentre sono 2 gli autogol)
  • Per tiri totali fatti (147, 11.3 tiri a partita)
  • Per tiri in porta effettuati (73 pari al 49.6% dei tiri totali)
  • 11° Per assist (10)
  • Per corner battuti
  • Per cross utili effettuati
  • 2° ex-equo Per gol di testa realizzati (4, uno in meno di Inter, Roma, Napoli, Cagliari e Fiorentina)

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