La quiete. Sì, il Napoli cerca quiete e anche la migliore formazione possibile alla vigilia della partita con il Salisburgo. Una sfida delicatissima che, con una vittoria, potrebbe valere un raggio di sole in mezzo al grigiore e ai risultati poco esaltanti degli ultimi tempi. E che raggio: la qualificazione agli ottavi di Champions con due giornate di anticipo rispetto alla chiusura della fase a gruppi in caso di sconfitta del Genk, o quantomeno un’ipoteca grande così. Gli azzurri comandano il girone, sì, imbattuti e con un ruolino di spessore, ma oggi la prova sarà molto importante sia dal punto di vista della posta in palio sia sotto il profilo delle risposte. Proprio così: da Carletto a De Laurentiis, fautore del ritiro prolungato, sono tutti in attesa di una reazione degna da parte di una squadra che in campionato continua a perdere a terreno. Le scelte, comunque, sono in evoluzione: Allan è convocato, ci sta provando e ci proverà anche nella rifinitura, ma difficilmente riuscirà a presentarsi dal primo minuto; mentre in attacco, beh, in questa fase sembra davvero difficile lasciare fuori l’ispirato Milik.
VOLTO NUOVO. E allora, il puzzle azzurro. Undici uomini e una sola anima: quella che il Napoli dovrà tirare a lucido e presentare al cospetto di un San Paolo ancora frastornato dalla beffa con l’Atalanta e dalla sconfitta con la Roma. Ma questa è una storia da dimenticare, facciamo da archiviare e accantonare almeno per oggi. Giornata di Champions, di coppa ed Europa, e soprattutto di speranze: la speranza di una vittoria che, dicevamo, potrebbe addirittura valere il passaggio anticipato del turno; e poi la speranza di un volto e di occhi nuovi. Undici uomini pimpanti, arrabbiati e motivati stile Liverpool: una squadra che reciti da squadra vera, con personalità e fame. Non resta che giocarla; e giocarla come si deve.
Fonte: Corriere dello Sport