Ha scelto cosa fare da grande: «Voglio vincere qualcosa di importante». Ventotto anni da scugnizzo e il peso di una responsabilità in quella fascia da capitano da portare con maggior leggerezza: non è semplice vivere da Insigne, c’ è sempre un tunnel nel quale rimanere ingarbugliato o una veronica che può distrarti per un istante. Ma poi tutto passa e quando la palla viene rimessa al centro del campo, c’ è la possibilità di sistemare di nuovo il talento in copertina per ricominciare a sognare, come quando era fanciullo. «Ho iniziato a giocare per strada, come tutti i ragazzi di Napoli, e avevo una sola aspirazione: indossare la maglia azzurra e diventarne poi il capitano. Ci sono riuscito ma adesso la prossima tappa dev’ essere un trofeo». La Champions eccola qua, è la sua coppa, quella dei gol importanti – al Borussia, al Liverpool, al Psg al Real Madrid – quelle dei capolavori che restano come punti di riferimento da cui non staccarsi mai e poi mai.
