Aprile, un mese che per il Napoli, un anno fa, riaccese il cuore e le speranze di una città intera. La rivoluzione sconfisse il potere, proprio in una notte di Aprile. Purtroppo, però, svanì tutto in una settimana a Firenze, e gli azzurri dovettero dire per l’ennesima volta addio al sogno scudetto. Un anno dopo, o quasi, il Napoli, questa volta targato: “Carlo Ancelotti”, ha quasi ipotecato il secondo posto in campionato, lasciando spazio, per l’ottavo anno consecutivo, alla Juventus, rinforzatosi ancor più che mai dall’acquisto di Cristiano Ronaldo. Le aspettative dei tifosi per la presenza di un vincente come Sir. Carlo erano alte, al contrario di quanto successo fino ad ora. Fuori dalla corsa scudetto, dalla coppa Italia e dalla Champions League. Un obbiettivo concreto però c’è ancora: l’Europa League. All’inizio si possono affrontare squadre di livello basso, fino ad arrivare a quello della Champions. Ed è proprio alla Champions che si può fare riferimento, dove il Napoli ha saputo dominare colossi come Liverpool e PSG. In Europa League, invece, la musica cambia, si passa dallo Zurigo al Salisburgo, (città che di musica se ne possono intendere) fino ad arrivare all’Arsenal, ed è qui che il Napoli viene meno. All’Emirates i Gunners hanno surclassato i partenopei in 45 minuti, forse i più brutti di tutta la stagione azzurra. Tuttavia, nella seconda frazione si è visto un Napoli leggermente più reattivo, andando più volte vicino al goal, non trovato per piccoli errori, per millimetri, per quel poco che manca a questa squadra: decisivo quello di Insigne, clamoroso quello di Zielinski. Ed è proprio da qui che bisogna ripartire per la sfida del San Paolo, dove dovrà essere tutto perfetto. Insegna la Juve, che contro l’Atletico, grazie ad una prestazione iperbolica allo Stadium, rimonta uno svantaggio praticamente impossibile da ribaltare, contro i colchoneros, squadra che in Champions league, negli ultimi anni, ha racimolato le stesse finali dei bianconeri. Servirà una prestazione del genere giovedì, approfittando soprattutto della debolezza della squadra di Emery fuori casa. Da Napoli è tutto pronto, si scaldano i motori per una notte dove non è concesso nessun errore, proprio coma la Juventus, con un CR7 in meno, ma con un San Paolo in più.