Pistocchi: “Il Napoli è la squadra più forte dopo la Juve, Ancelotti è stato intelligente a non cambiare molto: vi spiego”

Maurizio Pistocchi, noto giornalista, ha rilasciato un’intervista su Napoli-Torino ai colleghi di Torinogranata.it.

Il Napoli è secondo in classifica e ha ipotecato il passaggio del turno agli ottavi in Europa League, mentre il Torino è in lotta per rimanere agganciato al gruppone di chi vuole andarci. Come vede questa partita? “Sicuramente sarà una partita complicata perché il Napoli è, dopo la Juventus, la miglior squadra del campionato ed è una squadra che all’andata creò enormi problemi al Toro. Li creò poiché sfrutta molto il possesso palla e anche la tecnica individuale, mentre il Toro si basa più sulla forza e sulla fisicità. Ho visto la partita con l’Udinese ed è vero che il Torino ha fatto fatica, ma è altrettanto vero che ha avuto occasioni abbastanza importanti per chiudere la gara. Infatti, prima del gol di Aina c’era stato il colpo di testa di Belotti e dopo c’era probabilmente anche un calcio di rigore per il Toro. Il Toro non è stato molto fortunato con gli arbitri quest’anno e alla sua classifica, che è già importante perché l’ottavo posto con trentaquattro punti non è assolutamente male, mancano almeno cinque punti, che sono stati frutto di errori arbitrali anche macroscopici. Quindi, direi che il campionato del Toro finora va valutato positivamente. Mazzarri si è trovato a dover gestire parecchi giocatori nuovi e devo dire che l’inserimento di questi giocatori, dopo ventitré giornate di campionato, è da valutarsi positivamente. Lo stesso Aina, ma anche Djidji e nell’ultima partita Lukic, che era un po’ un personaggio misterioso, ma nel centrocampo a due con Rincon mi sembra che abbia fatto una buona prestazione. È interessante il 3-4-2-1 che ha varato Mazzarri con Belotti punta centrale e Berenguer e Iago Falque a fare in pratica i due trequartisti perché consente al Torino quando si difende di farlo sempre con sette-otto uomini dietro la linea della palla e questo potrebbe essere un modo molto interessante per affrontare il Napoli”.

Quanto importante può essere questa gara per il Torino? “Per il Torino questa può essere anche la partita della svolta in negativo o in positivo. Nel senso che se facesse un risultato importante s’inizierebbe a parlare del Torino per mete più ambiziose, mentre se, invece, arrivasse un altro risultato negativo, dopo quello dell’andata, confermerebbe che questa squadra più di questo non può fare. Il Toro fa un gioco che molte volte non è divertente perché è molto fisico e si basa molto sull’organizzazione difensiva e quando la palla ce l’hanno gli avversari ci sono sempre cinque difensori, due centrocampisti e due mezze punte che vengono a chiudere in mezzo al campo, quindi, diventa un 5-4-1. Avere nove giocatori dietro la linea della palla fa sì che sia abbastanza complicato affrontare il Toro, però, ho visto che l’Udinese spesso riusciva con gli esterni a far giungere palloni preoccupanti al centro dell’area e questo è quello che il Toro non dovrà assolutamente fare a Napoli perché il Napoli ha proprio la sua forza in Callejon e Insigne, esterni che creano sempre la superiorità numerica. Basta ricordare l’andata, fu proprio Insigne il mattatore della partita. Quindi, come dicevo, sarà una partita complicata, difficile, ma arriva in un momento che può essere considerato positivo perché, ripeto, avere trentaquattro punti ed essere all’ottavo posto, con qualche punto che manca in classifica per gli errori arbitrali, deve far valutare positivamente quello che è stato finora il campionato del Torino. Certo è che sono ormai troppi anni che il Toro non è competitivo per il titolo e neppure per altri traguardi. Forse il tifoso del Toro da Cairo si aspettava qualche cosa in più, ma Cairo è un imprenditore molto oculato e cerca di fare una squadra che non mandi mai in difficoltà il conto economico e considerando anche che in passato i tifosi del Toro sono dovuti passare attraverso tragedie e il fallimento diciamo che non è tutto nero ciò che si vede. E’ chiaro che il bicchiere non è mezzo pieno, ma non è neppure mezzo vuoto, quindi, bisogna considerare tutte le componenti. Cairo è un ottimo imprenditore, ma non ha alle spalle la Exor e FCA e di conseguenza non può investire un budget così rilevante sulla squadra. È un peccato perché il Toro ha una grande tifoseria ed è una squadra alla quale tutti gli sportivi sono affezionati per la sua storia, per la sua tragedia, per i grandi campioni che hanno militato con la maglia granata e, probabilmente, per ricostruirsi ad alti livelli avrebbe bisogno di ritrovare di nuovo un grande settore giovanile. Leggevo giovedì mattina sul “Corriere dello Sport Stadio” un’interessante inchiesta che dimostra come le nostre squadre siano in realtà poco propense a valorizzare i ragazzi provenienti dal proprio settore giovanile. Infatti, una statistica stilata dal Cies Football Observatory su quanti giocatori formati nei club hanno poi debuttato nelle cinque Leghe più importanti ha evidenziato che, dopo le spagnole che sono sei nelle prime dieci in classifica, la prima delle italiane è la Roma e si trova al diciottesimo posto e poi c’è l’Atalanta al diciannovesimo, il Milan al ventiseiesimo, l’Inter al trentunesimo e andando più avanti l’Empoli al quarantunesimo, la Fiorentina al cinquantesimo e ancora più giù tutte le altre italiane. Io credo che, invece, tornare a investire sui settori giovanili formando in casa i campioni del futuro sia una strategia alla quale il Torino non possa sfuggire. Deve essere per forza l’investimento precipuo per il futuro”.

Tornando alla partita con il Napoli, il Torino non è prolifico sotto porta e basta pensare che Milik da solo ha segnato dodici gol, mentre Belotti, Falque e Zaza in tre ne hanno segnati undici. Questo in alcune gare ha impedito al Torino di chiudere la partita oppure andato in svantaggio non ha pareggiare o non è andato oltre lo zero a zero. Mazzarri ha, quindi, molte più difficoltà rispetto a Ancelotti a impostare la sua squadra dal punto di vista offensivo? “Sono totalmente diversi lo stile di gioco e l’idea di calcio. Prima dicevo che il Napoli fa un calcio che si basa molto sulla tecnica individuale, sul possesso palla e sugli interscambi di posizioni, mentre Torino fa un calcio più fisico e davanti crea poco perché privilegia la fase difensiva e un calcio con un’organizzazione di gioco molto complessa. Diciamo, parlando proprio di concetti, che Ancelotti ha ereditato una squadra che aveva già in testa un’idea di gioco molto chiara e con molti giocatori di qualità, mentre Torino non ha così tanti giocatori di qualità e per forza deve fare un calcio molto fisico. Sarei curioso di vedere il Toro con un’idea di calcio diversa, ma servirebbero anche, a mio modo di vedere, calciatori differenti perché, soprattutto nel settore offensivo, se si toglie Iago Falque, che è un giocatore di qualità, gli altri sono tutti più o meno giocatori di forza e di potenza. E’ da questo dipende anche sostanzialmente se il Torino non segna molto e poi perché sono due idee di calcio diverse”.

Provando a fare un pronostico, è una partita di quelle aperte oppure, come sembra sulla carta, il Napoli ha ottime chance di vincere? “Fare pronostici è sempre molto complicato, soprattutto, sulle partite del campionato italiano. Il nostro è un campionato molto “situazionista” dove può succedere sempre qualsiasi cosa e non è detto che una squadra che parta sfavorita poi per forza perda. Io ho visto le ultime partite del Toro e, ad esempio, a fine primo tempo con la Roma sembrava destinato a subire una goleada, ma poi ha rimontato fuori casa con grande personalità seppur alla fine abbia perso, però, è stato anche molto sfortunato. Ha battuto l’Inter in una partita molto equilibrata, che poteva finire anche in parità. Invece, a Ferrara con la Spal si è vista una bruttissima partita da parte di tutte e due le squadre. Questo per dire che il Toro non parte battuto in partenza perché, anche per le caratteristiche di Mazzarri come allenatore, cercherà di creare problemi al Napoli e tutti si ricorderanno che lo scorso anno proprio a Napoli il Torino fece un buon risultato. Ma dovendo parlare di una partita sicuramente complicata – la statistica vede il Napoli in vantaggio con quarantacinque vittorie, mentre quelle del Toro sono trentadue e il risultato più ricorrente è il pareggio che si è verificato per cinquantadue volte – è difficile fare un pronostico. L’ultima volta che il Torino ha vinto a Napoli è stato nel 2009, dieci anni fa … per cui chissà …”.

Articolo precedenteFiorentina dilaga a suon di gol e polemiche: clamorosa decisione della Var contro la Spal
Articolo successivoAlvino: “Mertens parte dalla panchina, Ospina tra i pali”