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CdS: “Da Insigne e Fabian a Mario Rui, quante soluzioni sui calci piazzati!”

La punizione divina in realtà è qualcosa di accattivante, persino di sconvolgente: è un’ emozione da vivere, mica da evitare. E’ un momento in cui il talento incrocia la freddezza, è un assolo d’ un geniaccio capace di ribaltare il destino di una partita così, senza pensarci su: e ops, palla all’ incrocio. La punizione divina del Terzo Millennio (altrimenti, a ritroso, si dovrebbe scomodare una serie di Mostri Sacri, tutti rigorosamente alle spalle del dio del calcio, Diego Armando Maradona) ha varie facce, una serie di parabole e una varietà di ricordi: però, volendo, per restare tra i contemporanei, quella di Lorenzo Insigne al Borussia Dortmund, prima giornata di Champions League del 2013, è un must che al povero Langerak, il portiere, costò due denti. Malefico, lo scugnizzo. Ma è una perla, sì che lo è, anche il gol di Milik a Cagliari, quando (quasi) inaspettatamente si sono aperti scenari ampi dinnanzi a quel la opportunità per chiunque, nel momento in cui Doveri ha fischiato: e ora chi calcia?

OPZIONI. Insigne fece gol quasi da quella posizione, con il Borussia Dortmund: palla lievemente defilata verso destra, tenendo la porta di fronte. In genere, da quella zona lì, calcia un mancino: e Milik, che ha il sinistro con la dinamite, non aveva mai avuto una chance, pur essendo abilitato a farlo, perché in allenamento lui prova ed esulta. Ci fosse stato Mario Rui, che l’ anno scorso a Cagliari s’ è inventato una cosa del genere, magari si sarebbero giocati a «testa o croce» quella tentazione forte di trasformarsi nell’ uomo del giorno. Ma quella è una zona per tanti, anche per Ghoulam, che ha un sinistro talmente magico da rischiare persino sui calci d’ angolo la battuta con l’ efetto perfido a rientrare e che ha nelle corde il desiderio di osare. E anche se finora si è visto poco, ci sarebbe Verdi, che nel Bologna ha dimostrato di saper calciare (e segnare) con entrambi i piedi.

GLI OPPOSTI. Poi ci sono i destri naturali, e quelli sono i padroni delle zolle di campo che stanno dall’ altra parte dell’ area di rigore: è la terra di Lorenzo Insigne, in genere, che però ha come rivale in casa un «nemico carissimo», e risponde al nome di Dries Mertens, in arte «Ciro», un terribile scugnizzo che è padrone della materia.

LA FORZA. Altrimenti, volendo, senza ricami e usando la forza, Fabian Ruiz è – sarebbe – in condizione di provare a demolire le resistenza altrui, per andare oltre qualsiasi barriera. Ma gli allenamenti, sin dall’ estate, hanno svelato anche un ennesimo, insospettabile pretendente al ruolo, neanche lo immaginereste, perché a volte sui calciatori si costruiscono strane idee e un difensore aitante, roccioso, deputato al controllo (anche) fisico dell’ avversario viene escluso a priori: però occhio, perché Nikola Maksimovic si esercita ripetutamente, ha scoperto di avere un destro niente male e insegue pure lui una speranza, che non sia semplicemente quella di andare a segnare su azione di calcio d’ angolo con un canonico colpo di testa. Troppo banale.

Fonte: Corriere dello Sport 

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