Repubblica: “Vietato sbagliare, l’Europa è un bancomat per le società”

I rimorsi del pareggio con il Chievo riportano in Europa un allenatore turbato da ira ed ansia. Per scuotere giocatori infiacchiti da troppi elogi, Ancelotti cerca parole forti. «Se non vinciamo siamo proprio dei c…», confida ai giornalisti. Frase che ripete da lunedì ai suoi. Tradisce la forma, anche un uomo tondo, educato e pensoso come un fratone camaldolese. Ma va capito. La sindrome delle partite facili rallenta il Napoli in Champions, ne ha sbagliate già un paio. Una con il Chievo, ultimo con 28 punti in meno, domenica scorsa. L’ altra il 18 settembre al Marakana di Belgrado, 0-0 con la Stella Rossa che riappare stasera al San Paolo. Era l’ impegno più morbido nel terribile girone C, grave non segnare per un Napoli che avrebbe poi sconfitto il Liverpool e sconvolto i ricchi sfondati del Paris Saint German, costretti ad affannosi pareggi.

Oltre l’ inelegante parola, c’ è un crocevia di perfetta ambiguità. Può ridimensionare tutta la stagione, se la Juve è così avanti per lo scudetto. Ma può aprire un futuro mai così azzurro. Passare dal girone agli ottavi è l’ unica vera impresa tra le quattro italiane in Champions. Con effetti certi: accredita di nuovo il Napoli come anti Juve e gonfia le casse, come si augura De Laurentiis. Chiamò anche per questo Ancelotti. Il presidente conosce norme e incentivi Uefa come scaffali e bottiglie della sua immensa cantina. Da quest’ anno la Champions è più generosa. Finora, esclusa la vendita di biglietti, ha reso 41 milioni alla Roma, 42 per il Napoli e per l’ Inter, 64 alla Juve perché prima in classifica tra le 4 qualificate. La vittoria sulla Stella Rosa può decidere subito o il 12 dicembre il passaggio agli ottavi, con scatto automatico a 56 milioni. Soldi che consentono acquisti importanti. La Juve, con i 130 della scorsa stagione, non si è mica svenata per Ronaldo. Si aprono a ventaglio le prospettive. Un mercato sontuoso, l’ arrivo di bomber di alto profilo piuttosto che cercarli in casa, un progresso qualitativo per crescere in Europa. Non è un caso se sulle 32 squadre di Champions, ben 19 sono sparse nei campionati migliori: le prime 4 di Inghilterra, Spagna, Italia, Germania, 3 in Francia. C’ è una fondata ipotesi di superlega nel 2024, entra il Napoli solo se continua a far cassa in Champions.

Rinunciarvi con Sarri e con i fedelissimi del “Patto di Castel Volturno” fu scelta dissennata ma anche arbitraria. Arbitraria, già. Ogni riferimento ad Orsato e Inter-Juve è casuale. Ma si può temere una partita facile? Sì, perché Ancelotti è turbato dal pareggio con l’ irrisorio Chievo, perché alcuni giocatori si gonfiano come mongolfiere dopole grandi vittorie, perché la StellaRossa ha mostrato i suoi limiti anche a Belgrado, pur passando come la Juve della Serbia. È infatti prima con otto punti di vantaggio. Ma non ha il palleggio dello Shakthar, né la potenza del Liverpool, né la tecnica individuale del Psg. Sempre in ritardo sulle seconde palle, remissiva a centrocampo, lenta in difesa: questo il ricordo che lascia l’ arido pareggio di Belgrado. Una serata che consegnò tuttavia al Napoli l’ inatteso Fabian Ruiz, mediano titolare alla sinistra di Hamsik e Allan. Ripartire con questi tre davanti al gigante Koulibaly, ritrovare gli estri di Insigne, Mertens, Callejon, niente più presunzione ed estetismi. Poche ma sicure le istruzioni per una partita che è ormai un Bancomat in Europa.

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