Tuttosport fa i conti in tasca al Napoli: “Dal più al meno pagato, ecco gli ingaggi degli azzurri”

Le ambizioni sportive del Napoli comportano la crescita obbligata del costo del personale. Questo trend si muove però con gradualità, senza pesare in misura eccessiva sui conti dei campani.

Dagli 89,16 milioni di euro del 2014, si è scesi temporaneamente a 85,15 milioni (2015), fino ad arrivare, nell’ ultimo bilancio depositato (2017), a sforare il tetto dei 100 milioni (101,56). Analizzando gli stipendi lordi di questa stagione si nota che l’ intera squadra ha un costo complessivo vicino ai 94 milioni, cui bisogna aggiungere gli oltre 12 milioni, sempre lordi, dell’ allenatore Carlo Ancelotti. Questo contratto top porta così i costi dei tesserati a toccare quota 106 milioni. La nuova guida tecnica del Napoli, con i suoi 6,5 milioni netti annui, è la vera stella del club, più dell’ attaccante Lorenzo Insigne (fermo a 4,6 milioni) o del centrocampista belga Mertens (4 milioni). Sotto questi valori troviamo Hamsik e Koulibaly (entrambi a 3,5 milioni), oltre a Callejon (3 milioni).

Nella fascia 1-2,5 milioni poi vi sono 16 tesserati. Appena 5 calciatori, invece, sono sotto il milione a stagione: Ounas (900 mila euro), Malcuit (800 mila), Diawara (700 mila), Karnezis (500 mila), oltre a Luperto (400 mila), fanalino di coda in questa speciale classifica. La rosa 2018/19, composta da 25 calciatori (per un totale di oltre 46,8 milioni netti), presenta una media di costo pari a 1,87 milioni, superato in quest’ anno, soltanto da 9 calciatori azzurri. Complessivamente il Napoli è al 5º posto della serie A per valore del “monte salari” ed i risultati delle ultime stagioni, soprattutto in campionato, confermano la capacità dei dirigenti di De Laurentiis nel fare mercato, scegliendo sempre gli uomini giusti nei diversi ruoli (con Insigne al 9º posto assoluto, in questa stagione, per ingaggio netto), senza dimenticare mai il bilanciamento dei costi.

L’ investimento in calciatori, fino ad oggi, è stato un punto di forza della dirigenza, che, dal 2009/10 ad oggi, ha speso in player trading circa 493 milioni, un budget nettamente più elevato di quanto percepito, nel corso di questi ultimi anni, dalla tifoseria. Il club si è sempre mosso nel rispetto dei principi del fair play fi nanziario: da un lato oggi il club può vantare l’ assenza del debito bancario (un elemento riscontrabile soltanto nel bilancio del Napoli), dall’ altro il positivo rapporto “costo del personale/fatturato netto”. Per l’ Uefa non dovrebbe mai superare il tetto del 70%, nel caso della società campana solo nel bilancio 2015 si è arrivati vicini a questo dato di rischio, senza superarlo (67,7%), ma già nel 2016 è sceso al 59,5%, fino al risultato record dell’ esercizio 2017 in area 50,5%. Più in generale, quindi, il costo del personale è stato di 101,56 milioni mentre gli altri costi di produzione hanno generato spese per 29,30, per un totale di “costi operativi” pari a 130,87 milioni. Da considerare anche la crescita degli ammortamenti calciatori. Nell’ ultimo bilancio hanno raggiunto i 75,96 milioni, contro i 59,30 milioni del 2014, i 49,79 milioni del 2015 e i 50,12 milioni della stagione precedente (2016). La crescita del fatturato netto e dei costi ha prodotto, nel 2017, una lievitazione della voce “imposte”. Queste ultime hanno superato il tetto record di 34,08 milioni. Appena un anno prima si erano attestate a 783 mila. Soltanto nel 2014, infine, si erano avvicinate al livello di spesa in oggetto, con più di 15,98 milioni.

Ecco gli altri ingaggi: Fabian Ruiz 1,5, Younes 1,5, Ospina 1,4, Rog 1,3, Maksimovic 1,2, Zielinski 1,1, Meret 1, Milik 2,5, Ghoulam 2,4, Albiol 2,1, Allan 2, Verdi 1,8, Mario Rui 1,8, Chiriches 1,7, Hysaj 1,6.

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