Le note di MN – Il bello ed il brutto della gara tra Torino e Napoli

Prendiamo il libretto degli appunti, dove il giorno prima ci siamo scritti le cose più importanti della partita. Lo leggiamo insieme con voi a mente fredda in modo da non essere nè troppo entusiasti, in caso di belle partite, nè crudeli, nel caso di partite con scarso risultato.

Su questo libretto c’è scritto nella parte delle cose negative la parola: “DAZN”, non c’entra niente con l’aspetto tecnico-tattico per cui nasce questa rubrica ma come possiamo passare sopra a tanta confusione. Chi vede, chi non vede, chi vede a metà e chi sta ancora vedendo. Quanto è brutto il calcio così, il ragù “pappuliava” e la televisione appresso a lui saltava ripetutamente.

Ma passiamo a ciò che ci interessa e vediamo cosa tecnicamente è stato brutto e cosa invece ha deliziato i nostri occhi. Ammettiamo che la pagina delle cose negative (Dazn a parte) è più pulita rispetto alle ultime volte. In effetti ieri il Napoli ha sbagliato poco o nulla. Forse a detta di Verdi, il momentaneo 2 a 1 del Torino poteva essere evitato, con lo stesso esterno che avrebbe dovuto aiutare in fase difensiva l’inesperto Luperto che però risponde presente alla partita, nonostante per la prima volta si trova nel calcio dei grandi.

La pagina delle cose belle è, invece, quasi come guardare un quadro. Il Napoli di ieri è stato davvero bello. Buon possesso palla, buon fraseggio, belle azioni come quella che porta alla prima rete di Verdi in maglia azzurra. Sulla cresta dell’onda il solito Insigne che nel 4-4-2 a ridosso della punta sembra aver trovato un ruolo dove può incidere ancora di più. Lo dicono i due goal che rifila da vero rapace d’area di rigore, lo dice il suo stile, meno stanco fino alla fine del match.

I primi frutti di mister Carlo Ancelotti si iniziano a vedere, un nuovo modulo, nuovi ruoli e soprattutto calciatori che avevamo in rosa come Rog, che diventano utili alla causa e mostrano sicurezza nonostante l’assenza dei cosiddetti titolarissimi.

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