Brutti(ni) ed efficaci, ma la bellezza non deve essere messa da parte

Volli, sempre volli, fortissimamente volli: Insigne regala i tre punti al Napoli con la solita garra di un giocatore che sa di essere un simbolo e un talento importante.
Quella rete che non arrivava, quel tiro che non riusciva a trasformarsi in urlo del San Paolo.
La perseveranza, però, spesso premia i più audaci e ne fanno le veci i 22 tiri verso la porta difesa da Drągowski.
Non è ancora la squadra rodata che abbiamo visto con Sarri: lenti, macchinosi, con filtro da migliorare a centrocampo, un attacco poco convinto che poteva guadagnarsi un vantaggio maggiore sugli avversari.

Le note positive sono comunque tante, come quella di vedere più schemi di gioco durante la gara per essere meno prevedibili, duttili in ogni fase.
Bene Zielinski, ormai perno della mediana, utile sia a centrocampo che in fase offensiva, con un gol negatogli quasi alla fine dall’ottima parata del portiere suo connazionale. Il solito Allan che diventa uno e trino quando i compagni sono in difficoltà; bene la difesa centrale con la coppia Koulibaly-Maksimovic, quest’ultimo esordendo senza troppi patemi; da rivedere gli esterni bassi: ruolo chiave nella filosofia di Ancelotti.

Gli ingranaggi non sono ancora fluidi, il mister di Reggiolo sempre presente a bordo campo per incitare e correggere i suoi ragazzi che, nel primo tempo, hanno avuto una bella strigliava dopo i numerosi passaggi sbagliati che stroncavano la costruzione di gioco. Bello, dall’altra parte, l’abbraccio con Davide, il figlio e suo secondo, dopo il gol di Insigne e ancora più emozionante il bacio – come li dispensava a Kakà – quando lo scugnizzo col numero 24 è uscito.
Brutti ma efficaci, ma da chi ha dispensato Bellezza ci si aspetta – indubbiamente – qualcosa in più.

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