Tra il Comune e Aurelio De Laurentiis, ora come ora, non c’è un ottimo rapporto a causa del San Paolo. Il presidente azzurro giovedì è stato al concerto per Pino Daniele per fare gli onori di casa con il presidente del CONI, Giovanni Malagò, a cui ha fatto da accompagnatore. Tra due o tre giorni – scrive l’edizione odierna de La Repubblica – è previsto il sopralluogo dell’agronomo della Lega Castelli, che darà un occhio al manto erboso dopo lo stress a cui è stato sottoposto con l’evento del concerto (le condizioni dovrebbero essere migliori rispetto ad altre volte, visto che il palco è stato posizionato sulla pista d’atletica).
Risolto un problema, ce ne sono però altri. Si comincerà con i lavori subito, perché bisogna correre. Si comincerà con il restyling dell’impianto d’illuminazione e della pista d’atletica. Entro il 20 giugno, per garantire l’agibilità del San Paolo, dovrebbero essere installati 16 mila nuovi sediolini con spalliere da 30 centimetri (al momento non sono a norma). In casa Napoli si teme che tali lavori slitteranno a dopo l’estate e ridurranno così la capienza dello stadio durante la prossima stagione. Ma nella peggiore delle ipotesi la UEFA potrebbe non concedere deroghe al club di De Laurentiis e così la Champions potrebbe essere giocata altrove. Uno scenario brutto, ma ADL si è già cautelato con il Barbera di Palermo. Ma l’esilio non lo vuole per niente al mondo.
