NUMERIAMOCI SU – ATALANTA-NAPOLI: la vittoria di Sarri su Gasperini

La partita – la squadra di Gasperini ha dimostrato di possedere più fisicità rispetto al Napoli. Costante che ha permesso agli orobici di conquistare ben sei punti nella passata stagione agli azzurri. Anche ieri questa distanza sul piano puramente atletico, strutturale c’è stata: duelli aerei (65%-35%) e tackle riusciti (50%-32%) sono a favore della squadra di Gasperini. Nel dettaglio notiamo questa tendenza soprattutto per quanto riguarda il primo tempo (70% e 55%, per l’Atalanta). La partita ha vissuto su un sottile equilibrio evidenziato da questo numeri finali: possesso palla 51%-49% in favore degli azzurri, percentuale di passaggi riusciti, sempre per il Napoli, dell’81%, numero notevolmente inferiore agli standard azzurri. Infine, occasioni costruite (6 per entrambe le squadre) e conclusioni tentate (9 Atalanta e 12 Napoli). Gara in equilibrio dicevamo, almeno fino a quando il livello di intensità degli uomini di Gasperini è stato incessante e quindi superiore alla norma.

La svolta – il Napoli ha cercato di adattare la propria velocità di gioco a quella di un avversario che basa il proprio sistema sull’aggressività e sul gioco di transizione. Da qui, proprio da qui, arrivano i dati “negativi” su possesso palla e precisione dei passaggi.
Piuttosto che il solito approccio ragionato, la squadra di Sarri ha risposto fin da subito con un ritmo importante. Ha cercato di rispondere con intensità all’intensità, senza snaturare i propri principi ma modificando qualcosa nella costruzione e nei tentativi di finalizzazzione della manovra. L’unica chiave per poter scardinare un sistema di gioco basato sulla marcatura ad uomo era appunto ricercare i presupposti per far sì che gli uomini migliori potessero essere serviti lontani dal loro avversario diretto.

La differenza – Analizzando i dati statistici notiamo che Jorginho è stato il terzo calciatore del Napoli per palloni giocati (74). Autentica anomalia per un giocatore come lui. Ciò si spiega in quanto il Napoli, in costruzione bassa, ha indotto l’Atalanta ad aggredire uomo su uomo, spostando il pallone e l’orientamento della squadra da un lato (quello sinistro: a fine partita, il 43% delle azioni della squadra di Sarri saranno originate sull’out mancino). Jorginho è seguito come un’ombra da Ilicic. A quel punto, il centrale ha due soluzioni di impostazione: l’apertura sul lato “debole”, con Hysaj completamente libero; e, soprattutto, il movimento dell’esterno offensivo. Che, in questo caso, è Insigne.
Ciò evidenzia anche il lavoro differente degli esterni dello scacchiere di Sarri. Gli esterni entrano dentro il campo per favorire la manovra rendendola diversa ma ugualmente letale.

Il gol del Napoli – Il gol del Napoli nasce dall’applicazione di due concetti basilari: la verticalità della manovra e il recupero palla in zona alta di campo. L’azione parte da Jorginho che si prende il possesso con una scivolata sulla propria trequarti di gioco.

La conclusione – Il Napoli ha deciso di mantenere un ritmo abbastanza alto dal primo al 90esimo minuto, per poi ripartire con azioni immediate, veloci. Potremmo quasi dire in controtendenza rispetto al suo paziente gioco di possesso. A far la differenza è stata la qualità superiore degli azzurri unita ad una saggia scelta tattica di Sarri di sfruttarla a dovere.

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