Il ruolo del portiere, come è ben noto, è sempre quello più complicato perché dietro c’è solo la porta e, quindi, una parata può essere decisiva per un risultato ma anche per la carriera di un calciatore.
Maurizio Schaeper, nato il 28 aprile del 1999 a Napoli, sa benissimo quanta responsabilità ci sia nell’indossare certi guantoni. Grazie ad un talento maturato fin da piccolo, con la voglia di migliorarsi nonostante le difficoltà dovute ad un fisico inizialmente molto gracile, ha conquistato i pali azzurri risultando inamovibile da due anni a questa parte. La stagione passata è stata gratificata con l’evento “La giovane Italia”, avendo vinto il premio come miglior portiere della sezione Allievi classe ‘99. Un riconoscimento sicuramente importante per un ragazzo dalle ambizioni serie, disciplinato e soprattutto dedito al proprio lavoro. Non ha grilli per la testa né distrazioni: il suo obiettivo è arrivare nel calcio che conta. Magari proprio con questa maglia.
Ha avuto da sempre le idee piuttosto chiare, iniziando a giocare per la squadra di Torre Annunziata, il Savoia, fino al 2012. È passato poi alla scuola calcio Azzurri, società in continui contatti con l’AC Milan. In quel periodo, però, un altro talento stava per nascere, quello di Gigio Donnarumma, il quale fece virare l’attenzione del club rossonero su di lui e permise al Napoli di potere prendere il numero uno.
In breve tempo è riuscito a raggiungere la Primavera e finanche vivere l’affascinante sfida in Youth League.
Inoltre, ha conquistato la Nazionale Under 15 (e poi 16), esordendo in una gara in cui faceva staffetta proprio con il portiere milanista, dividendo un tempo l’uno, un tempo l’altro la porta.
Quest’anno, nonostante una partenza abbastanza negativa, anche per i tanti gol subiti, le sue responsabilità sono veramente minime. La strada per il successo è ancora lunga e tortuosa, ma il coraggio e la voglia sapranno premiare chi davvero considera il suo lavoro innanzitutto la sua più grande passione. Maurizio sa bene che non sarà facile, lui che sogna una carriera come Pepe Reina, attuale punto di riferimento, grazie anche alla fortuna di poter assistere ogni tanto agli allenamenti della prima squadra. Come lo spagnolo è un po’ playmaker della rosa, con quel pizzico di sana follia che lo contraddistingue. Piedi per terra, come si suol dire, ma quando c’è da volare e parare non si tira mai indietro.