NUMERIAMOCI SU – SPAL-NAPOLI: tre fulmini in un pomeriggio chiaro-scuro

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.


La tattica dello SPAL- La Spal di Semplici è una squadra costruita per giocare un calcio di possesso, seppure difensivo, nonostante la difesa a tre e i cinque centrocampisti. L’idea di Semplici è stata quella di irretire il Napoli nella trappola del pressing alto. La Spal giocava il pallone con i tre difensori, il portiere e il centromediano (Viviani) in modo da non concedere alla squadra di Sarri di tenerlo per lunghi periodi di partita e per costringere il centrocampo del Napoli a venire su in pressione. A quel punto, la trasformazione in squadra verticale. Appoggio verso uno dei due attaccanti in elastico, apertura sugli esterni o sui centrocampisti in appoggio. Semplice, basico, quasi elementare. Eppure funzionale, in chiave offensiva ma soprattutto in fase difensiva. In fase di difesa posizionale, la Spal si è preoccupata di fare altissima densità ponendo almeno otto, se non nove calciatori di movimento dietro la linea del pallone. L’obiettivo è la chiusura preventiva delle linee di passaggio, fonte fondamentale di gioco quando manca un centravanti fisico. La squadra di Semplici, decisamente stanca, ha visto ridursi del 6% la precisione dei passaggi (da 85% a 79%). In questo modo, non è stato più possibile irretire/limitare il Napoli con la costruzione bassa, con lunghi periodi di possesso difensivo. Da qui nasce il recupero e la vittoria azzurra.

  • A supporto di questa analisi i tre gol del Napoli nascono tutti da situazioni improvvise: il tiro di Insigne arriva dopo un rimpallo vinto in area, il colpo di testa di Callejon è uno schema provato e riprovato, ma si origina da un (meraviglioso, difficilissimo, estemporaneo) cross di prima di Ghoulam; lo stesso Ghoulam spacca letteralmente difesa e partita con la discesa del 2-3. 

La tattica del Napoli

Il livello di gioco e di aggressività tra primo e secondo tempo gode di una differenza netta. In questo senz’altro c’è da considerare il calo inevitabile della Spal. Però sarebbe un errore non considera il dato che certifica che la squadra di Sarri ha costruito, nella ripresa, il doppio delle occasioni (14 tentativi di conclusione contro 7), più del doppio delle chance in open play (13 contro 6) e ha tenuto molto di più il possesso palla. 

  • L’aspetto da analizzare nella ripresa è il passaggio al famoso 4-2-3-1 o 4-2-4 classico. Il cambio di sistema, per il Napoli, è durato esattamente sei minuti, dal 70esimo al 76esimo. I risultati sono stati decisamente positivi. Il Napoli, pur con l’attaccante in più in campo, non ha assolutamente modificato i suoi principi di gioco. Anzi, la rete segnata da Callejon e le due occasioni sprecate da Milik e Mertens nella loro fase di gioco vissuta insieme sono situazioni comuni nello sviluppo della manovra di Sarri.
  • Piccola nota – Il Napoli, per come è strutturato, non può permettersi di perdere la costruzione dei triangoli di gioco sulle fasce. soprattutto quella sinistra. Con un centrocampo a due, il Napoli sarebbe costretto a sovraccaricare di lavoro gli esterni, in entrambe le fasi, col rischio di perdere lucidità e superiorità numerica nel momento dell’attacco posizionale. La cosa cambia radicalmente a partita in corso in quando accoppiare Milik e Mertens può essere utile, soprattutto contro difese basse e compatte come quella della Spal.


Le giocate di Milik e Mertens, come possiamo apprezzare nel campetto posizionale sopra, nei pochi minuti insieme hanno avuto posizionamento della coppia d’attacco, non del trequartista alle spalle della prima punta.


I protagonisti – Alcuni calciatori non hanno brillato per contributo creativo o conclusivo, su tutti Hamsik e Mertens, zero passaggi chiave e 4 conclusioni in due. Non benissimo anche Zielinski, non a caso sostituito con Milik nel momento di maggiore difficoltà. Partita perfetta non beve per Ghoulam: il gol, l’assist, 6 passaggi chiave ma soprattutto la seconda quota di palloni giocati dell’intera squadra (94, solo Diawara a 107 riesce a fare meglio). Maksimovic dopo un inizio balbettante sono venuti fuori i pregi di una grande coordinazione e di una straripante fisicità. I 3 palloni intercettati in area negli ultimi minuti sono una parte importante di questa vittoria sofferta. 
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