Capitano, mio capitano, ma dove sei finito mio capitano?

Interrotto il filotto di imbattibilità del Napoli che durava dal 7 marzo contro il Real Madrid. La sconfitta, parliamoci chiaro, prima o poi sarebbe dovuta arrivare, ma per la prima volta nell’era Sarri ciò che turba l’animo dei tifosi e dello stesso tecnico non è tanto la debacle che, contro la testa di serie del girone fuori casa può anche starci, ma lo scarso livello di gioco con cui la “disfatta”, se così possiamo grossolanamente definirla, è arrivata.

Sarà la scarsa lucidità d’inizio stagione, saranno i postumi della preparazione atletica, sarà che giocare ai livelli alti a cui ci ha abituati non è sempre possibile, sarà quel che sarà, ma chi ha più deluso in questo inizio di campionato è Marek Hamsik.

Sei presenze da titolare da inizio stagione, e sei volte su sei sempre sostituito tra il 58° e il 66°, 0 assist, 0 gol fatti, e pochi tiri in porta, ma il dato che più ha del clamoroso è che, da un po’ a questa parte, giocare col capitano è come giocare con un uomo in meno. Sia ben chiaro: Marek è un calciatore dal talento indiscusso, che il coniglio dal cilindro può tirarlo in qualsiasi momento, ma farlo giocare in queste condizioni è nocivo.

Hamsik serve a questa squadra come il pane, ma per il bene suo e dei compagni, è giunto il momento di farlo riposare, permettergli un giusto recupero psico-fisico per ripartire più forti di prima in una stagione che promette grandi cose. Capitano, mio capitano, non c’è fretta: recupera, torna ai tuoi livelli e continueremo a divertirci.

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