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Napoli, perché hai buttato via più di un tempo?

Terra amara quella ucraina per il Napoli. L’esordio in Champions non è esattamente ciò che si aspettavano i tifosi dopo l’ottimo inizio di stagione. Prima sconfitta di stagione che potrebbe complicare il cammino europeo degli azzurri. 

Primo tempo sbiadito, sottotono per gli uomini di Sarri. Lo Shakhtar correva almeno il doppio degli azzurri, più rapidi nel fraseggio e nelle verticalizzazioni. Centrocampo in totale affanno e attacco inconsistente. Gli ucraini aggiravano il pressing azzurro con un palleggio ad alto concentrato di tecnica e qualità grazie ai raffinati piedi brasiliani presenti in squadra. Napoli lento nell’uscire palla al piede, scarso se non assente il movimento senza palla. Il vantaggio dei padroni di casa è diretta conseguenza di una migliore organizzazione in mediana e a livello generale. Napoli che accusa il colpo e per  qualche minuto spettatore non pagante dello spettacolo offerto dallo Shakhtar. Gli ucraini, infatti, sembravano il Napoli dei tempi migliori e gli azzurri, invece, una brutta copia di se stessi. Troppi gli errori in palleggio che, di conseguenza, rallentavano una manovra già piuttosto lenta. Un errore di Hamsik, per l’appunto, apre la strada ad una pericolosissima azione di ripartenza che poteva permettere agli ucraini il raddoppio. Raddoppio che viene, di fatto, regalato nella ripresa da un’uscita scellerata di Reina che paga, a onor del vero, l’unico errore di serata. L’errore grossolano del portiere iberico è lo specchio della serata azzurra. 

La scossa, tardiva purtroppo, arriva a mezz’ora dalla fine quando Sarri rivoluziona centrocampo ed attacco proponendo Allan e Mertens. Il belga soprattutto scuote la squadra trascinandola in una rimonta impossibile. Proprio il folletto con la numero 14 si procura il rigore che, con freddezza, realizza Milik. Partita riaperta, troppo tardi però. Forcing azzurro spinto più dai nervi che dalla tecnica. Le occasioni per pareggiare non sono mancate, Milik e Mertens hanno avuto tra i piedi la possibilità di riacciuffare un match che sembrava essere ormai perduto. 

La sconfitta, alla fine, è stata meritata. Il Napoli ha concesso almeno 60 minuti agli avversari, offrendo una prestazione scialba e scolorita. In partite europee lasciare più di un tempo agli avversari è un suicidio che a fine partita costa i tre punti. Lo Shakhtar ha giocato come sapeva, ingiustificabile il fatto che il Napoli sia sembrato impreparato alla cosa. Il risveglio finale non può e non deve essere un alibi per giustificare i troppi errori di una squadra che è stata spogliata dalle sue caratteristiche senza opporre resistenza. Tanti bocciati e poche sufficienze. Appare evidente, però, quanto sia indispensabile Mertens in questa squadra. Il belga è il classico fattore X. Il suo rendimento individuale è altissimo e migliora anche i movimenti di centrocampo e attacco. Anche Milik, in ombra fino al suo ingresso, ne ha tratto vantaggio. Sarri dovrà lavorare su questo: riportare in condizione Hamsik e oliare alcuni sincronismi perché il Napoli visto stasera crea qualche perplessità per il futuro. Perplessità in quanto la forza di questa squadra consiste nel non subire il gioco avversario. Stasera, però, il Napoli ha subito il gioco dello Shakhtar in modo evidente e soprattutto palesando incapacità di reazione.

Ora testa al derby, perché questa sera sia solo un errore di percorso e nulla più. 

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