Napoli nel segno di Dries Mertens

Si è tenuta ieri la prima uscita stagionale del Napoli di Sarri 3.0, che ha visto protagonisti diversi azzurri in quello che possiamo definire poco più di un allenamento.

I ragazzi della Bassa Anaunia hanno vissuto, probabilmente, un’esperienza positiva e unica. Non tutti i giorni, infatti, capita di sfidare Hamsik e compagni.
Nessuna pietà, però. Gli attaccanti partenopei (e non solo) hanno dato sfoggio delle loro immense qualità balistiche, trafiggendo per ben 17 volte la porta del malcapitato portiere trentino, fattosi comunque trovare pronto in due occasioni con due belle parate.
Insigne ha aperto le danze, “Ciro” Mertens le ha chiuse.

Ottima forma fisica per i due, i quali hanno terminato la stagione in maniera impeccabile e l’hanno riaperta nello stesso modo.
Una furia in campo il belga, non solo tanti gol – ben 6 in soli 38 minuti – ma spettacolo e assist per i compagni.

Tale euforia è segno che la punta che trainerà gli azzurri nella porta avversaria sarà ancora lui. Milik, per il momento, sarà costretto a vedere il campo da gioco dalla panchina; bravissimo tuttavia anche lui, fiuto fino da area di rigore, ma ancora lontano dalla condizione del numero 14.
Bene anche le “seconde linee”, le quali sono andate in gol in scioltezza: Rog, Pavoletti appena entrato e Maksimovic sembrano pronti a contendersi con i denti un posto da titolare, in un rosa già ampia e forte. Sarri, nonostante la partita livello easy, ha comunque da sorridere. Il gruppo è affiatato, unito, convinto.
In fase di progressione anche Ounas, grinta e carattere per il nuovo numero 37, il quale si è reso co-protagonista servendo un assist e prendendo un palo, per sua sfortuna.

Insomma, buona la prima come si suol dire. Quest’anno la scaramanzia è stata messa da parte, sdoganando tifosi e calciatori la famosa parola scudetto.
Non è questo il test adatto per capire il livello degli azzurri, ma indubbiamente, già dalle prime battute, si percepisce uno spirito della squadra diverso dagli altri anni; l’ambizione la farà da padrone e che il verdetto lo dia solo il campo.

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