IL ROMA – Mertens un’ira di Dio: fa trentatre e insegue Dzeko per la vetta

Dica trentatre e faccia pure in fretta prima che l’ennesimo lampo di genio alzi ulteriormente l’asticella.

Se la ride, Dries Mertens.

Non era nelle sue idee questa stagione,

neppure nell’iperuranio dei sogni,

perché quel che è stato compiuto, e manca ancora una partita,

appartiene all’imponderabile ed è un pezzo di storia che andrà raccontata in futuro a quelli convinti che tutto sia prevedibile, pronosticabile e calcolabile.

Non è così e la storia dell’attaccante belga è un bel messaggio da consegnare agli scettici,

a chi è perplesso e va alla ricerca di nuovi esempi e testimonianze limpide di limiti superati, orizzonti divenuti tangibili, desideri improvvisamente scaduti, passati di moda.

SCALATA. Prosegue la sua rincorsa alla vetta dei bomber del campionato.

Dzeko è a 28, lui insegue a 27 (33 complessivi in stagione, appunto) dopo la doppietta contro la Fiorentina che l’ha consacrato attaccante vero, di razza, autentico.

Ha sfiorato due volte il gol di classe e poi s’è accontentato, si fa per dire, di segnare reti sporche, alla Inzaghi, sottomisura, tipiche di chi ha fiuto e lavora prima con lo sguardo e poi coi piedi imparando a saper farsi trovar pronto ovunque serva per segnare.

Ma Mertens non ha dimenticato d’essere un generoso e lo testimonia l’assist per Insigne che lo ha reso unico calciatore di questo campionato capace di segnare e far segnare per tre partite di seguito.

Gli applausi all’uscita di uno stadio interno, e di Sarri e il suo staff, hanno incorniciato una serata che avrebbe comunque difficilmente dimenticato.

CASO. Era nato tutto per un’intuizione e poi quasi per gioco ed infine per necessità.

E’ successo quando Milik s’è fatto male e Gabbiadini non è riuscito a raccoglierne l’eredità.

A quel punto Mertens non solo è stata la soluzione ma anche la provvidenza che s’è fatta opportunità.

Con lui il Napoli è cresciuto, col tempo e non subito. All’inizio ha fatto fatica, si muoveva da centravanti ma conservava in sé i ricordi di esterno offensivo.

L’alter ego di ciò che era lo costringeva a snaturarsi finché un giorno, ma era prevedibile, tutto è diventato fin troppo naturale e Mertens ha imparato a coesistere con la sua nuova vita ed è esploso come realizzatore, rifinitore, tuttologo di talento fantasia al servizio di questo presente.

RINNOVO. Ai margini del suo magic moment ruota il futuro che è già qui.

Il prolungamento di contratto è pura formalità per chi ha deciso di proseguire a Napoli il suo splendido percorso di vita.

La firma arriverà molto presto e sarà la promessa di amore puro anche se non eterno, reale volontà di dar continuità al proprio essere a stretto contatto con gli amici di sempre, riduttivo definirli compagni.

Mertens a Napoli sta bene e ci sta bene con Sarri e circondato da Insigne e Callejon.

In area di rigore ha trovato il suo habitat naturale ed ora sarà difficile spodestarlo dal trono di rivelazione del campionato.

Fonte: Il Roma

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