Mertenvigliosamente pronti per il Real!

Si gioca Napoli-Genoa ma la testa è già al Bernabeu. Le sirene di Cristiano Ronaldo risuonano come un eco senza risposta nel ridondante scenario del San Paolo, pieno come nelle serate di gloria a spingere gli azzurri prima della trasferta con la t maiuscola. I pensieri e i voli pindarici, però, confondono e illudono che il grifone possa essere una preda agevole da domare, schiacciare e rimandare a Genova a mani vuote. Gli uomini di Juric, invece, applicano un pressing forte, deciso ed altamente contenitivo. Gli azzurri soffrono tale pressione faticando a dar briglie sciolte al proprio talento di palleggio. Nessuna azione realmente pericolosa da entrambi le porte se non un tiro di Insigne che sibila vicino alla traversa genoana. Il Napoli, però, dopo un iniziale contraccolpo reagisce bene e, già sul finire del primo tempo, conquista un leggero predominio territoriale. E’ il preludio al tuono che avrebbe squarciato la partita nella ripresa, all’impeto tecnico e vorace di classe che avrebbe messo in discesa la contesa poco più tardi. Inizia il secondo tempo e dopo pochi minuti Mertens, e chi se non lui, propizia il vantaggio a pregevole firma di Zielinski. Il belga sale in cattedra, indossa il tocco, e alza il sipario dello spettacolo azzurro. Il re Mida partenopeo propizia anche il secondo gol servendo una pepita d’oro da spingere in rete a porta vuota a Gaccherini. Il San Paolo celebra il trionfo, si alza al cielo il canto azzurro per gli undici interpreti in campo e per coccolare un gemellaggio che, senza retoriche di cronaca, rappresenta una delle pagine più nobili di questo calcio, ormai, decaduto in valori e sportività.

Se il Napoli riesce a scardinare il muro difensivo di un Genoa in ottimo spolvero è senza dubbio merito di Mertens. Il belga, ormai non più una novità, è capace di indossare i panni di Zeus, di elevarsi dalla condizione di uomo per assurgere a quella di divinità. Come il dio dei tuoni scatena sul rettangolo verde la propria legge, i suoi piedi e la sua fantasia scrivono poesia e musica capaci non solo di incantare ma, soprattutto, di costruire vittorie. L’armonia nel movimento, la classe nel tocco e la forza che si scatena nel dribblare Burdisso valgono da soli il prezzo del biglietto. Come un faro nella notte accende le speranze, le arricchisce di talento ed esprime i desideri più ardenti, quelli della vittoria. Gli azzurri hanno dimostrato di essere pronti per la sfida delle sfide, potendo vantare a termine della partita lo zero come gol subiti. Il “ritrovato” Koulibaly, il sorprendente Giaccherini, il solito Mertens e il sempre più talentuoso Zielinski, coltivano il giardino dei sogni azzurri innaffiando le speranze a suon di gioco e personalità. A Madrid sarà tutto diverso ma il Napoli vanta in rosa una divinità: Mertens. Chiamatelo Zeus, chiamatelo re Mida, o chiamatelo più semplicemente il Mertenviglioso asso nella manica nella notte dei desideri azzurri. Da lui sorgeranno le speranze dei partenopei mercoledì prossimo. Nel tempio madridista, a cospetto di sua maestà CR7, solo una divinità potrebbe infatti dissacrare la legge non scritta che prevede la vittoria dei più forti. In attesa della lunga notte spagnola, per ora, godiamoci una vittoria bella quanto importante.

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