Home News Le sette bellezze di un Napoli imperfetto…

Le sette bellezze di un Napoli imperfetto…

Sarebbe facile stendere il tappetto rosso stasera agli uomini di Sarri, sfogliare il libro dei sinonimi abusando di aggettivi esuberanti ed altisonanti per descrivere il “bello” degli azzurri in quel di Bologna. Sarebbe ancor più facile omettere le imperfezioni, dando risalto a ciò che conviene sottolineare dando vita al festival dei complimenti. Appena una settimana fa il Napoli si è fatto ingabbiare dal Palermo mandando in fumo due punti che, purtroppo, alla fine del campionato si faranno sentire. Stasera il copione è diverso, così come il risultato, ma esistono delle similitudini sulle quali occorre riflettere con lucidità, senza quindi farsi traviare dalla banale tempesta di gol abbattutasi al Dall’Ara.

Solo sei minuti, sei giri d’orologio e il Napoli è già in doppio vantaggio. Hamik inventa un gol di testa fantascientifico. Dalla sua cresta, impreziosita da un talento più unico che raro, crea una traiettoria tagliente e chirurgica che delizia l’occhio esaltando la fantasia. Insigne, finalmente tornato sui livelli della scorsa stagione, imbeccato da un architettonico Zielinski impallina un Mirante apparso nel complesso non perfetto. La partita, a questo punto, cambia e potrebbe prendere direzioni impreviste. Callejon dimentica di giocare a calcio e, colpevolmente, in area interviene in stile pallavolista procurando il rigore al Bologna e guadagnandosi un giallo ineccepibile. La fortuna, questa volta, premia gli azzurri e Destro si fa parare il rigore calciandolo piuttosto male. Lo spagnolo poi, non contento dell’errore appena descritto, decide di compiere la frittata per intero. Callejon perde la testa e reagisce ad un normale contatto di gioco meritandosi un rosso e, di conseguenza, una possibile squalifica per due turni di campionato. Un cartellino che brucia soprattutto in funzione dell’agognata mentalità vincente che questa squadra sembra proprio non voler far sua. Al di là della squalifica, comunque grave, l’atteggiamento privo di lungimiranza e calma dello spagnolo ha rischiato di compromettere una gara giù avviata verso il Napoli. Altra fortuna di serata per gli azzurri è il rosso a Masina, totalmente inesistente dato che non era fallo da ultimo uomo. Il Napoli palleggia agevolmente, anche se come spesso capita a risultato “acquisito” si concede in distrazioni di palleggio e di movimenti difensivi assolutamente rivedibili. Da quest’ultime nasce il gol dei rossoblu. Azzurri quindi spaccati in due, a due facce. La bellezza estetica e tecnica del palleggio offensivo disarmante e dissacrante in netta opposizione alla mentalità dei vincenti: concedere poco se non nulla gli avversari, evitando regali totalmente ingiustificabili. Terza ed ultima fortuna di serata è che l’avversario, dopo l’espulsione, nonostante l’impegno non riesca ad opporsi in modo opportuno allo strapotere offensivo partenopeo. Mertens alza il sipario alla sua partita e pennella su punizione il triplo vantaggio, seppur anche con il demerito di Mirante. Il belga è il classico esempio di onnipotenza calcistica. Lotta e combatte su ogni pallone, agisce da centravanti consumato e scatta palla al piede con una velocità disorientante. Propizia il gol e ne confeziona tre, una partita perfetta la sua. Perfetta come quella del capitano Hamsik. Lo slovacco ricopre due se non tre ruoli differenti stasera, la linea mediana è la sua terra di conquista e la punta dell’iceberg del suo talento che esplode negli spazi nei quali si getta come pochi al mondo, nei filtranti che crea come se avesse un goniometro e nella tecnica purissima grazie alla quale affresca su tela la sua personale tripletta. Soli altri tre sigilli ed eguaglierà MaradonaHamsik vanterà a referto, oltre la tripletta, anche un assist vincente. Il Napoli delizia, incanta e crea stupore per le trame di gioco che disegna sul campo, riesce a far viaggiare il pallone ad un ritmo superiore anche a quello del pensiero. Muove il gioco e gli avversari con una qualità impressionante e scrive nuovi record nell’almanacco del calcio della nostra Serie A. Nessuna altra squadra nella storia del nostro campionato aveva fatto così tanti gol come il Napoli:55. I numeri, però, non raccontano tutto. Al Napoli delizioso bisogna accostare lo stesso Napoli incapace di mantenere la porta inviolata, con o senza Koulibaly. Così come l’incapacità di gestire veramente la partita senza scivolare sulla buccia di banana del “rilassamento”. La mentalità non si costruisce sui numeri, sui risultati roboanti o sui record ma, realisticamente, nella capacità cinica di vincere quando la vittoria è l’unico risultato da conseguire se si vuol ambire al primo posto.

Napoli sette bellezze o settebello Napoli, a voi la scelta però, e scusateci se lo ricordiamo, la crescita verso lo step successivo a quello attuale passa attraverso la critica e non tramite l’esaltazione. Gli azzurri, al momento, sono meravigliosamente imperfetti. Meglio riuscire ad essere meno belli ma più vicini alla perfezione. Questa semplice differenza permetterebbe al Napoli di lottare e non solo sognare lo scudetto.

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