Quando lo sponsor sulla maglia fa la differenza: la Premier League guadagna il quadruplo della Serie A

Il mondo del calcio italiano, per quanto riguarda l’aspetto delle finanze, deve assolutamente cercare di prendere esempio da quello inglese. Le squadre di Premier League per la stagione 2016/2017 percepiranno dagli sponsor di maglia quasi 265 milioni di euro, più del quadruplo di quanto ricevono le squadre che militano in Serie A, il cui totale percepito raggiunge circa i 61 milioni.

A comandare questa speciale classifica in Inghilterra è il Manchester United dell’ex tecnico dell’Inter José Mourinho, i Red Devils incasseranno infatti dalla Chevrolet per la stagione in corso ben 54 milioni di euro, arrivando quasi a coprire da sola la somma che in Italia ricevono tutte e 20 le squadre totali del massimo campionato. Fanalino di coda è invece il Leicester dell’ex Napoli Claudio Ranieri, strano ma vero, perché i campioni in carica percepiscono dalla King Power soltanto 1 milione di euro. Una cifra che apparentemente sembrerà “ridicola” ma che in realtà non lo è, in quanto la King Power è anche il proprietario del club e quindi ha attuato una scelta diversa nella suddivisione degli investimenti.

In Premier League la stagione 2016/2017 è anche quella del grande ritorno della Mansion, proprietario di casino.com che compare sulle maglie del Bournemouth e del Crystal Palace. Le Cherries di Eddie Howe guadagnano dallo sponsor di maglia circa 2,3 milioni di euro, mentre le Eagles di Big Sam Allardyce avranno introiti pari a 5,8 milioni, una somma maggiore per loro per via della maggiore esperienza e del maggior appeal in confronto al Bournemouth, squadra nella massima serie soltanto da due stagioni.

I giganti del gambling stanno dominando la scena nel calcio d’Oltremanica, sono infatti ben 10 le squadre di Premier League che portano sulla propria maglia uno sponsor legato a siti di scommesse. Un dato che fa riflettere molto, un dato che fa notare la differenza di “mentalità” tra chi gestisce economicamente le squadre italiane e quelle inglesi, con quest’ultimi sempre più “aperti” a novità ed al saper sfruttare meglio certe occasioni per mantenere in attivo i propri conti.

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