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Rosetti spiega la VAR: “Verrà utilizzata sugli errori evidenti. Queste le modalità di utilizzo”

Roberto Rosetti, ex arbitro e ora responsabile della sperimentazione della VAR (Video Assistant Referees) è intervenuto a Coverciano, assieme a Renzo Ulivieri e Luigi Ferrajolo, per chiarire le modalità di utilizzo dello strumento atto ad agevolare gli arbitri in alcune situazioni che potrebbero sfuggire all’occhio umano: “L’IFAB è il guardiano del gioco del calcio, tutte le modifiche vengono approvate da loro, non la FIFA o la UEFA. A marzo è stata presa la decisione di avviare questa sperimentazione. Nel 2018 l’IFAB deciderà se la sperimentazione ha avuto esito positivo. L’obiettivo migliorerà il gioco. Si parla di chiari errori, non su tutte le occasioni, ma solo se cambiano il match. L’obiettivo è correggere, ridurre chiari errori arbitrali. Il VAR sarà un arbitro di valore. La domanda fondamentale è “la decisione dell’arbitro è chiaramente sbagliata?” quindi minima interferenza per massimo beneficio. Non deve essere disturbata la fluidità del gioco. Deciderà su fuorigioco, fallo commesso dalla squadra attaccante, pallone non in gioco. L’arbitro mostra un video del gol di Tevez in Argentina-Messico, l’uno a zero, che Rosetti aveva convalidato ma in fuorigioco di tre metri. “Voi tutti avete visto queste immagini, se lo avessi potuto fare io sarei andato più avanti nel Mondiale”. Caso Henry in Francia-Irlanda: L’arbitro Hansson era già stato chiamato per il Mondiale, non arbitrò nemmeno una partita. Bisogna concepire la VAR come un arbitro di porta, con strumenti migliori”. Poi Perù-Brasile del Centenario, con gol chiaramente di mano e convalidato dal tecnico dopo ben quattro minuti. “Qui la VAR ci avrebbe impiegato 20 secondi. Nel momento in cui si prenderà una decisione in base all’immagine poi verrà inviata al broadcaster di riferimento. Il protocollo sta lavorando, in Europa, fra Portogallo, Belgio, noi, Olanda… c’è interesse. L’Inghilterrà guarda e aspetta. Serie A e FIGC si sono coese, l’obiettivo è quello di dare un contributo al calcio. L’idea è dare delle garanzie, di fare del bene. Rigori? Togliere un rigore assegnato erroneamente, oppure concederlo se c’è. Inoltre capire se il giocatore è dentro o fuori. C’è un tecnico con l’arbitro e ha quattro schermi, con tre secondi di ritardo tra immagine televisiva e camera. “Ci sono due VAR, se succede qualcosa l’altro deve seguire l’azione. Cartellini? Il VAR non interviene sulla ammonizione o sulla doppia ammonizione. L’arbitro ha dato dieci gialli in finale di Europeo, se VAR dovesse sempre interferire non ci sarebbe fluidità. A parte per lo scambio di persona, niente VAR sui gialli. L’obiettivo di un arbitro è sempre fare la cosa giusta, può cambiare idea e può dare il rosso anche se ha già dato il giallo. La decisione originale dell’arbitro non potrà essere cambiata se l’immagine video non mostra chiaramente che la scelta è sbagliata. Da ottobre ci sono due partite di campionato, a caso, che utilizzano il VAR. Ma non arrivano comunicazioni al direttore di gara. Scelta dei VAR? Saranno arbitri che però seguiranno dei seminari per allenarli ed educarli. Ogni VAR deve avere al suo attivo almeno 5 partite offline, così come agli stadi servono tre gare offline per avere gli ufficiali. Cominciamo a Udine con Italia-Spagna under17. Devi avere un’ottima tecnologia, ma devi avere dietro uno di qualità, competenza, sangue freddo… quando sarà ora di incidere servirà il VAR bravo. Probabilmente non ci saranno più gli addizionali, o meglio penso, suppongo di sì. Non sarà una mia decisione. Il presidente FIFA sta mostrando coraggio, dimostra di credere, Busacca ci sta lavorando seriamente. Questi errori servono a tutti”.

 

 

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