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EDITORIALE – Non tutte le soste vengono per nuocere!

Lunedì amaro per i tifosi napoletani. Il risveglio non è di certo stato uno dei migliori dopo la sconfitta cocente di Bergamo. L’eco delle polemiche e dei dibattiti non si è ancora sopito ma, dopo più di 24 ore dalla gara con l’Atalanta, occorre dare un freno alle parole e soprattutto resettare il sistema.

Vero, la prestazione è stata insufficiente e Sarri avrebbe potuto gestire diversamente la rosa all’interno del tuor de force delle ultime settimane. Considerazioni dalle quali potremmo dar vita ad un autentico processo mettendo in moto una ricerca di una verità assoluta che non esiste, purtroppo o per fortuna nel calcio non esistono controprove: tutto può essere il contrario di tutto. Conta ripartire da ciò che è reale e tangibile, non certamente rimuginare su quello che sarebbe potuto essere perdendo di vista il presente e soprattutto l’immediato futuro. Il Napoli ha conosciuto -per ultimo in Serie A- il sapore della sconfitta giungendo alla sosta di ottobre con un bottino di 6 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta, avendo 2 punti in più rispetto allo scorso anno. Vale a dire aver perso una singola gara delle ultime 9 (tra Champions e campionato) ed aver tenuto una media di ben oltre 2 punti a partita. All’interno di queste prime gare ufficiali inoltre il Napoli ha creato un piccolo solco tra se e le altre nel proprio girone europeo, differenza che potrà rivelarsi fondamentale in seguito per conquistare non solo la qualificazione ma anche il primo posto. Questo per respingere l’idea assolutamente sbagliata che sta nascendo in queste ore che intende demolire con assurda istintività quanto realizzato fino ad ora. Non è possibile infatti trasformare una critica costruttiva in un’esecuzione stile medievale nei confronti di un allenatore e di una squadra capace di conquistare congiuntamente risultati, inequivocabilmente, d’altissimo profilo. L?equilibrio è il valore fondamentale per crescere e deve riguardare sia la squadra per cui facciamo il tifo e sia noi stessi. Giusto quindi ieri essere critici e scettici in merito alle scelte del mister e del gioco sciorinato, giusto oggi a distanza di 24 ore porre il primo passo per ciò che aspetta la squadra al rientro dopo la sosta.

Benedetta sosta – Non sarebbe potuta arrivare probabilmente in un momento migliore. Le batterie del Napoli sono state messe a dura prova dalla lunga sequenza di partite delle ultime settimane, meritando quindi una doverosa carica per azzannare con nuova verve e determinazione il campionato e la coppa al rientro. Sosta però che dovrà portare in dote anche la reale acquisizione dal Napoli dei nuovi acquisti, che dovranno essere non solo un numero utile a saziare il vuoto della panchina ma autentico valore aggiunto per preservare le energie di chi gioca più spesso. In estate la società ha effettuato una valutazione vincente contestualizzata nella volontà e nella ricerca di quegli elementi necessari per aumentare il volume tecnico e qualitativo della rosa, a fronte quindi di una spesa importante e più volte sbandierata con orgoglio rivendicativo dal presidente. Occorre servirsi di ogni risorsa a propria disposizione per poter dare valore ai propri sogni di gloria, soprattutto se gli avversari dispongono di mezzi superiori ai tuoi. Spesso si usa dire che per comprendere meglio una situazione occorra prendere una certa distanza da essa, per poterla quindi valutare nella giusta ottica. Distanza che possiamo raffigurare in questa sosta, un distacco di due settimane da ogni impegno nazionale ed europeo che dovrà essere sfruttato per rimettere a fuoco i dettagli di questa rosa e zumare sui problemi trovandone soluzione, attraverso l’utilizzo di alternative tecniche e tattiche.

Fermi tutti! Non si può mollare ancor prima di giocare – Il concetto che caratterizzerà questa sosta sarà senz’altro quello relativo alle parole di Sarri, in cui tanti se non tutti hanno intravisto un segno di resa alle ambizioni scudetto. Nessuno, nemmeno il tifoso più sfegatato e speranzoso, obbliga il Napoli a vincere lo scudetto. Sarebbe una forzatura inadeguata e non coerente, la Juventus oltre a disporre di un budget numericamente superiore – e non di poco- degli azzurri ha da canto suo anche l’abitudine a vincere. Competere con essa, anche in virtù di un mercato bianconero importante, non è cosa semplice e potremmo anche definirlo proibitivo. Da queste considerazioni, però, passare alla resa incondizionata e vigliacca dopo appena sette gare di campionato rappresenterebbe una sconfitta senza precedenti. Una squadra che nella passata stagione ha duellato per lo scettro fino all’ultima giornata, con merito pieno conquistato sul campo a suon di prestazioni, non può issare bandiera bianca senza provare nemmeno ad insidiare il proprio nemico. Fermiamoci tutti allora e sostituiamo il fiume di parole gettato al vento con il silenzio e la riflessione. Azzeriamo le scorie negative sia dell’esaltazione (vedi post Napoli-Benfica) che della rassegnazione (vedi post Atalanta-Napoli) per dare nuovo e rinforzato spazio all’equilibrio. Il Napoli non è la squadra più forte del mondo e non è nemmeno la più scarsa; Sarri non è il miglior tecnico in circolazione e nemmeno un allenatore da terza categoria. Questa squadra possiede le abilità per competere su ogni fronte con dignità e forza, potendo insidiare qualsiasi avversario. Il momento delle riflessioni deve suonare nella nostra mente come una sveglia, per svegliarci da quella condizione ondivaga che conduce solo ed esclusivamente alla deriva. Non permettiamo alle correnti di governare il nostro spirito condizionando le nostre ambizioni, diveniamo invece padroni autoritari di ciò che è giusto credere. Culliamo anche i sogni, perché rappresentano la forma di arte più aulica possibile e da essi molte realtà sono nate divenendo poi normalità. Non esistono gerarchie o griglie, esiste solo ed esclusivamente il Napoli e ciò che deve fare per ottimizzare le proprie risorse. Esistiamo noi come tifosi a cui deve importare esclusivamente essere motore costruttivo per i nostri colori, non sciacalli cavalcatori del disagio altrui per emergere come una mosca da una montagna di rifiuti.

E’ giunta la sosta e di questo ringraziamo il calendario. Fermiamo tutti, almeno per un po’, quella carovana degenerante in agonia, riappropriamoci di noi stessi così come il Napoli dovrà fare di se stesso. Uniti e compatti si vince, disuniti si potrà solo che perdere. Non dimentichiamoci che quando il nostro nemico esulta per le nostre disgrazie è perché ci teme. Tocca tutti noi trasformare, o almeno provare a farlo, le sue paure in incubi con i quali farlo convivere.

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