Buon novantesimo compleanno, passione eterna!

L’AC Napoli, primo nome della società partenopea, nacque in un caldo giorno estivo, il 1 agosto 1926, per volontà dell’imprenditore Giorgio Ascarelli in un periodo storico in cui l’arretrato Sud poteva solo guardare da lontano le grandi squadre del Nord. Milan, Inter, Juve e Torino combattevano su tutti i fronti ignorando totalmente l’altra parte dell’Italia.

La storia azzurra non è mai stata rosa e fiori, anzi le cadute prese sono state dolorose e pesanti ma mai decisive. La voglia di Napoli che si diffuse a macchia d’olio in ogni parte della Campania e e i tanti emigranti che, successivamente, hanno esportato il brand in tutto il mondo, è riuscita a sconfiggere ogni fallimento. 6 milioni di cuori che battono all’unisono.

L’amore vince sempre, o almeno in questo caso sì. L’anima pulsante della città ha un solo colore l’azzurro e una sola passione, il Napoli. Una bacheca povera di trofei ma ricca, ricchissima di emozioni e sentimenti, qualità che hanno da sempre caratterizzato i supporter partenopei: non facevano paura le trasferte nei campi rudi di serie C né tantomeno i paradisi rettangolari dei club più titolati.

L’ambizione dei napoletani, per l’importanza del tifo, è stata certamente quella di vincere, però paradossalmente non è stata l’unica cosa che contasse. Dopo San Gennaro, ci sono due reliquie sacre: la Maglia e Maradona. Guai a toccare questi due tesori inestimabili.

Più di tutto, insomma, il senso di appartenenza. Il Napoli è divertimento, è gioia, dolore, sorrisi, lacrime. Nulla è più umano di questa squadra di calcio.

Di campioni e fuoriclasse ne sono passati all’ombra del Vesuvio: da Sallustro a Vojak, da Sivori a Zoff, passando ovviamente per i napoletani Cannavaro, Ferrara ma soprattutto con il trio più forte di sempre: Maradona, Giordano, Careca che formarono la inimitabile “MAGICA”. Gli anni ’80, il periodo d’oro, hanno segnato la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra con un capovolgimento di valori. Dopo il grande Cagliari di Gigi Riva, toccò proprio agli azzurri estirpare lo scudetto alle potenze milanesi e torinesi. Sembrava un sogno impossibile da realizzare ma con Diego in campo anche le favole si poterono toccare con mano.

Come si sa, però, anche le storie più belle poi hanno una fine. Morto un papa se ne fa un altro, ma questo detto non valeva per il guerriero argentino.

Dopo il buio degli anni novanta, la storia più recente si appropinquava a dare atto alla terza era del Napoli. Dal fallimento in poi tante cose sono mutate. Sembrano lontani i tempi in cui non ci si poteva permettere nemmeno un pallone ad oggi, invece, che gli azzurri vivono il sogno Champions. Il palato fino dei tifosi è stato accontentano con l’arrivo di diversi campioni, esplosi totalmente tra le braccia del San Paolo. Dai giovanissimi Lavezzi, Hamsik, Cavani che formavano i “tre tenori” ad un attacco già formato con Higuaìn, Callejon, Insigne.

Alcuni sono andati via, altri hanno ormai sposato la causa

Napoli. Adesso, però, è arrivato il momento di passare agli auguri. Buon compleanno SSC Napoli, compagna di tante avventure. Ché la passione e l’orgoglio per questi colori generino sempre l’amore che meriti. Il ciuccio si ferirà, ma mai morirà!

 

Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore.

Luciano De Crescenzo

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