Napoli sconfitto a Milano, ma non è assolutamente il momento di fare processi

Il momento degli azzurri è senza dubbio difficile, ma i processi in questa fase della stagione non serviranno a superarlo.

La sconfitta di San Siro contro l’Inter ha lasciato l’amaro in bocca non soltanto perché viziata da un gol irregolare dopo appena 4’ di gioco ma soprattutto per l’incapacità di reagire da parte degli azzurri, che hanno saputo offrire esclusivamente uno sterile predominio territoriale senza rendersi mai veramente pericolosi per la porta difesa da Handanovic (totalmente inoperoso per tutto il 2° tempo). Gli effetti di questa sconfitta sarebbero stati ancora più deleteri se la Roma avesse approfittato appieno di questo passo falso del Napoli, invece a Bergamo i giallorossi sono riusciti a strappare solo un punto nel finale grazie al sempre verde Totti.

Che la squadra allenata da Maurizio Sarri non sia più solida e spumeggiante come qualche mese fa è sotto gli occhi di tutti, i numeri del resto non mentono: 10 reti subite nelle ultime 9 gare, 1 solo vittoria (sul campo del malmesso Palermo) nelle ultime 5 trasferte (il pareggio di Firenze e le sconfitte contro Juventus, Udinese ed Inter a completare il quadro). Giustificare questo rendimento limitandosi all’assenza di Higuain, in trasferta poi solo a San Siro, significherebbe evitare di affrontare i problemi e farsi ancora più del male.

Il gioco dispendioso (fatto di possesso palla e continui movimenti per farsi trovare sempre liberi da servire), l’assenza di alternative adeguate in alcune parti del campo (soprattutto in quella più nevralgica), la continua rincorsa alla Juve (“capace” di vincere 22 delle ultime 23 gare di campionato e di non attraversare momenti di crisi, in cui persino una super-potenza come il Barcellona può incappare), le ultime richieste di adeguamenti contrattuali da parte di alcuni procuratori (inopportune in quanto avvenute nel momento più delicato della stagione) hanno logorato nel fisico e nella mente alcuni giocatori azzurri.

Purtroppo i processi sono già iniziati da più parti, anche quelle più vicine geograficamente, con alcuni “addetti ai lavori” che addirittura invocano la non riconferma di Maurizio Sarri. Evidentemente non bastano gli straordinari numeri complessivi della stagione ottenuti finora a portare al più mite consiglio di attendere almeno la conclusione della stagione: 70 punti in 33 partite con il record di 78 punti ormai nel mirino, 66 reti in campionato e 92 complessive (aggiungendo le 10 partite disputate tra Europa League e Coppa Italia), ma soprattutto la concreta possibilità di conquistare quel 2° posto che significherebbe qualificazione diretta alla prossima Champions League… e pensare che sarebbe appena la 5° volta nella storia del calcio Napoli.

A questo punto della stagione, visto l’indubbio momento di difficoltà e le poche partite che restano, sarebbe fondamentale ricompattare l’intero ambiente e stare il più possibile vicini alla squadra. Se questo proprio non è possibile, l’auspicio è che Mister Sarri e i suoi ragazzi sappiano compattarsi isolandosi dalle critiche distruttive e sfruttare il calore del pubblico partenopeo, anche se domani il San Paolo dovrebbe presentare ampi spazi vuoti sugli spalti. L’accesso diretto alla Champions è un traguardo troppo importante, oltre che ampiamente meritato dagli azzurri per quanto visto finora, per rischiare di sciupare tutto proprio alla fine.

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