Home Copertina Ciao Gokhan, grazie per averci provato…

Ciao Gokhan, grazie per averci provato…

Dopotutto è stata una notte triste quella napoletana: quella dell’addio a Gokhan Inler. Si, perché – in fondo – per quanto possa essere discutibile l’operato sul campo dell’ormai ex 88 azzurro, non è altrettanto discutibile la sua persona,il suo atteggiamento verso Napoli, il rapporto con città, tifosi e società. Mai una parola fuori luogo: solo parole al gusto di affetto. Gokhan ha saputo amare Napoli. In tutti i suoi aspetti. Sin da subito, fin da quando – in un caldo pomeriggio di 4 anni fa – fu accolto come una superstar su quella nave da crociera. I 18 milioni; la maschera da Leone: carichi pesanti, ma che sanno d’orgoglio. Gokhan lo sa, quella maschera cerca di cucirsela addosso, di incollarla al viso. Per non levarla mai più. Il primo ruggito è talmente forte che i napoletani lo sentono arrivare dalla Spagna, dal Madrigal di Villareal. Un goal che sembra già ripagare quei 18 milioni (visto che permette al Napoli di accedere agli ottavi di Champions League). Napoli è già pazza di Inler; Inler è già pazzo di Napoli. Suo, ancora una volta, il goal dell’illusione contro il Chelsea. Simbolico, come pochi. Come chi ha voglia di lottare, di resistere, di rimanere aggrappato – con le unghie – a quello che ancora c’è: poco, forse niente, perché i Blues sono più forti e vinceranno. Ma Gokhan ha lottato, ci ha provato, riuscendo solo per poco a far sognare milioni di tifosi azzurri. La maschera da leone sembra essersi saldata definitivamente, la maglia numero 88 va sempre più a ruba: Napoli pare aver trovato il suo centrocampista. Ma da quel momento per Gokhan inizierà una lenta discesa che si concluderà tra le righe di chi – come me – vuole ricordarlo. Fischi: tanti; troppi. Giusti, ingiusti. Ogni passaggio sbagliato, ogni distrazione equivale a un fischio; ogni fischio sradica, punto per punto, quella famosa maschera. Gli ultimi 2 anni con Benitez sono letali: I 18 milioni si trasformano in rimpianto, la maschera da Leone nemmeno c’è più. Gokhan è ormai un semplice giocatore, come tutti gli altri. Anzi, è diventato quasi uno zimbello. Le responsabilità pesano e il trentunenne centrocampista svizzero ha saputo reggerle solo in parte, forse proprio nel momento più difficile: l’inizio. Gokhan ci ha provato, ma poi quel carico ha pesato, come hanno pesato le pressioni. I napoletani si aspettavano tanto e tanto non hanno avuto. Il campo ha parlato; Inler pure. Dimostrando ad ogni occasione quanto amasse questa città, quanto fosse legato a quel “caldo” azzurro tanto diverso dal suo “freddo” rosso svizzero. Napoli, nonostante tutto, ha cambiato Gokhan. C’è da capire se Gokhan ha cambiato Napoli, ma più in generale il Calcio. Strana storia quella tra Inler e Napoli: d’amore, di rimpianti; di chi non si è saputo amare ma si amerà.

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