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Offese, illazioni e tuffi nel passato: Parma-Napoli, una partita che continua con le parole

Napoli nell’occhio del ciclone, in preda ad isterismi nostrani che spesso hanno accompagnato vicende meramente calcistiche in telenovelas dal sapore amaro. È toccato di nuovo al club azzurro subire le solite illazioni che, nate nel campo da gioco dovrebbero poi morire lì.

Il Parma, encomiastico in quei 94 minuti, ha lasciato trasparire però le proprie pecche in situazioni certamente evitabili: dalla conferenza stampa che terrà domani Mirante (che a detta sua, la questione era finita lì) alle forti accuse di Donadoni, poi minimizzate dallo stesso non si sa per qual motivo.

E ancora più misteriosa è la rabbia nutrita da Palladino e il portiere crociato, entrambi cresciuti a pochi km dal capoluogo campano è che fino a pochi mesi fa giuravano amore per i colori azzurri, sognando la maglia di Maradona. Forse è vera la storia della volpe e l’uva, ma non vogliamo pensar male (anche se spesso si indovina). Durante e dopo la gara, comunque, i due ex juventini ne hanno dette di tutti i colori, per poi ritornare sui loro passi in modo abbastanza incomprensibile.

La verità sta sempre nel mezzo, Higuaín con quel modo di fare irruente non è esente da colpe, ma è normale che un campione come lui viva intensamente quei minuti di match e, da che mondo è mondo, paroline tutt’altro che dolci sono scappate a ogni calciatore, basta solo andare oltre e non farne una questione di stato.

Il diavolo argentino contro l’angelo di Castellammare, peccato solo che quest’ultimo abbia in passato accusato i calciatori del Bari (nel 2011, precisamente) per aver vinto la gara contro il suo Parma, rei di aver dato l’anima in campo nonostante la retrocessione.

Oltre il danno anche la beffa per il Napoli che ha saputo in giornata della squalifica di Benitez per una frase sentita clamorosamente dai collaboratori della procura Federale, 10mila euro di multa per il Pipita e niente sanzioni per il povero Parma, vittima del club azzurro.

Ancora una volta, quindi, il calcio italiano ha dato un esempio da seguire, perché in questo Paese c’è chi può e chi non può. E il Napoli, a quanto pare, non può.

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